BORICO, ACIDO (VII, p. 488)
Sull'origine dell'acido borico nei soffioni si discusse molto nella seconda metà del sec. XIX e all'inizio dell'attuale; le varie ipotesi formulate si possono così riassumere: 1. L'acido borico deriva dalla decomposizione in profondità di minerali ipotetici, come il solfuro e l'azoturo di boro; 2. da decomposizione di borati di origine sedimentaria; 3. da decomposizione di borosilicati di rocce serpentinose; 4. da decomposizione di tormaline di rocce granitiche; 5. l'acido borico non è che uno dei tanti prodotti originali, caratteristici delle fumarole vulcaniche.
Quest'ultima ipotesi sembra essere la più verosimile, anche se è la più indeterminata, come è di tutto quanto riguarda l'origine dei fenomeni vulcanici in genere, sulla quale non si ha nessuna cognizione diretta. È certamente ipotesi confermata dalla connessione, che sotto varî aspetti si riscontra, fra presenza di acido borico e di borati e manifestazioni attuali, o passate, di attività vulcaniche (p. es., nel cratere dell'isola di Vulcano).
Le trivellazioni condotte negli ultimi anni hanno dato luogo alla venuta a giorno di masse di vapori di una imponenza tale, quale per l'innanzi non si sarebbe neppur pensato, e la società boracifera di Larderello si è prefissa in questi ultimi anni specialmente di arrivare alla completa utilizzazione dei soffioni, intensificando la ricerca e la captazione di vapori. Il censimento del vapore utilizzabile alla fine del 1933 ha rilevato la imponente disponibilità di 1.200.000 kg.-ora con m. 70.000 di perforazioni.
Con un nuovo tipo di caldaie e serpentine, alimentate dal vapore dei soffioni, si ottiene il vapore puro e la contemporanea separazione di acque borico-ammoniacali diluite e dei gas contenuti nei vapori in condizioni particolarmente favorevoli per la loro successiva utilizzazione. Il vapore puro, ottenuto con erogazione costante, alimenta le turbine a concentrazione delle 4 centrali elettriche di Larderello, Castelnuovo, Lago e Serrazzano; le acque borico-ammoniacali diluite, dopo una speciale rettificazione, che consente il ricupero dell'ammoniaca, sotto forma gassosa, vengono concentrate per l'ottenimento dell'acido borico nelle caldaie stesse sino al punto migliore per passare ad altri concentratori, dove per totale evaporazione viene ottenuto acido borico a titolo assai elevato. I gas, che sono soltanto piccole percentuali del vapore, attraverso queste particolari caldaie vengono ottenuti notevolmente concentrati e non è lontano il giorno che oltre all'ottenimento dell'acido carbonico (liquido e solido), già in atto, si potranno avere anche altri gas, metano, idrogeno, e primo fra tutti l'elio. (Vedi anche soffioni boraciferi, XXXII, p. 16).