ACNE (dal gr. ἄχνη "efflorescenza")
Sotto tale denominazione sono state comprese molte affezioni infiammatorie e non infiammatorie dei follicoli sebacei e pilosebacei, del tutto diverse fra loro come entità anatomo-cliniche ed eziologiche: un notevole lavoro d'individuazione e di separazione di tali affezioni è stato compiuto, e, mediante questo, esse si sono a mano a mano aggregate a gruppi dermatologici ai quali debbono veramente appartenere: ma un taglio netto, con nomenclatura nuova, per tutte non è ancora possibile, rimanendo tuttora il peso della tradizione che attribuisce la denominazione di acne a certe forme cutanee che dovranno poi staccarsi, soprattutto se con questo riordinamento nosografico si finirà (come pare vi sia tendenza) per attribuire all'acne soltanto quelle entità morbose follicolari, che paiono avere il loro fulcro di origine nell'alterata funzione sebacea, da riferirsi in prima linea a deviazioni funzionali oscure delle glandole genitali maschili e femminili. Resterebbero così escluse le forme di origine medicamentosa (acne iodica, bromica, clorica, cadica), le forme di origine infettiva o parassitaria (tubercolosi, sifilide, tricofizia, ecc.), le forme tossiche (insufficienza epatica, renale, diabete, ecc.).
Come si vede, in tutte queste forme la differenziazione pare avere la propria base in una condizione di origine interna tossica o tossiinfettiva, che determina di per sé direttamente la lesione follicolare, oppure crea una predisposizione (necessaria) all'attecchimento di batterî volgari della pelle, i quali da saprofiti si fanno patogeni piogeni; questi poi si trovano costantemente nelle lesioni follicolari, qualunque sia l'origine di queste, donde la necessità di guardarsi per non rimanere fuorviati, nel giudizio eziopatogenetico, da questo reperto batterico costante.
L'acne, alla quale vorremo quindi riservare questa denominazione, ha appunto come substrato, come terreno, la seborrea, che è una deviazione qualitativa e quantitativa della secrezione delle glandole sebacee, la quale si dimostra con una dilatazione degli sbocchi follicolari, ed è dovuta all'accumularsi entro il dotto escretore di grasso, di cellule cornee e di microbî (il bacillo della seborrea); la spremitura fa uscire questa massa di consistenza pastosa dall'aspetto di un vermicello (filamento seborroico). I, a pelle è talora diffusamente unta e quindi rilucente. La seborrea si presenta a preferenza in certe regioni del corpo, cioè nel centro della faccia, fironte, parte alta del dorso, regione mediana del petto, ma anche in altre, come i genitali, il capillizio, ecc.
Le cause della seborrea debbono ricercarsi, come si è detto, specialmente in cerie attività della funzione sessuale, rivelantisi alla pubertà, in ambo i sessi, alla menopausa nella donna. Però vi possono concorrere anche stati autotossici, soprattutto dell'apparato digerente.
L'acne così circoscritta ha diversi esponenti morfologici.
L'acne comedone deriva dal detto stato seborroico; a costituirla entrano in prima linea le cellule cornee, che si accumulano dentro il dotto escretore, e lo dilatano in modo da costituire una vera cisti da ritenzione, la quale è emisferica, ha un volume abituale di seme di milio, un colore bianco sporco, ed è centrata da un punto nerastro. Queste cisti hanno sede nelle dette parti seborroiche.
L'acne milium ha volume, struttura e aspetto analogo al comedone, ma i suoi elementi mancano del punto centrale nero: la cisti si forma in un qualche settore della ghiandola sebacea. Si trova nei giovani, specie nel sesso femminile, alle palpebre, gote, tempie, e però anche nei neonati (acne mlium neonatorum).
L'acne volgare è malattia assai comune, e si presenta per lo più all'epoca della pubertà in rapporto alle alterazioni summenzionate della secrezione sebacea; anche le manifestazioni di questa malattia preferiscono la faccia, il petto e il dorso. In questa acne gli elementi eruttivi sono di diverso genere e contemporanei, sia pure con prevalenza dell'uno sull'altro. Si trovano anzitutto i comedoni, attorno ai quali si accende una reazione infiammatoria follicolare e perifollicolare, derivandone così follicoliti papulo-pustolose dello sbocco o di settore più basso, quindi foruncoloidi. Nel risolversi, queste forme infiammatorie lasciano dietro sé cicatrici e pigmentazioni. La malattia è abitualmente lunga, e tende a risolversi col progresso dell'età.
L'acne rosacea è malattia che interessa la faccia, ed è caratterizzata da un arrossamento della pelle (sulla quale si mostrano vaserelli sanguigni serpeggianti) e da secrezione esagerata di sebo. Su questa base rossa si formano bottoni infiammatorî follicolari del genere di quelli dell'acne, ma con tendenza a indurirsi. I disordini dietetici, l'alcoolismo, i catarri gastrointestinali, la menopausa favoriscono questa malattia.
L'acne necrotica ha pure la sua base nella seborrea: è costituita da elementi follicolari papulosi rossi, del volume da una capocchia di spillo ad una lenticchia, che nella parte centrale vanno incontro a un processo necrotico, rappresentato da una crosta giallo-brunastra molto aderente al fondo; la papula viene così a mostrare ombellicatura; risolvendo, lascia una cicatrice. Sedi preferite sono le tempie, la fronte, le ali del naso, il petto e il dorso. La malattia ha una durata indefinita e si svolge con eruzioni subentranti.
Tutte queste varietà di acne sono estremamente tenaci e resistenti alle cure. È interessante rilevare come esse subiscano spesso attenuazioni o aggravamenti spontanei, successioni dell'una all'altra in rapporto alla età, in quanto si riferisce soprattutto alla attività sessuale. Ciò si vede soprattutto nella donna, nella quale la seborrea e l'acne volgare che appaiono attorno alla pubertà, subiscono alle volte un insperato miglioramento fino a scomparsa, all'attivarsi della funzione sessuale, nel matrimonio.
Ma, quantunque nella seborrea e nelle forme acneiche che vi s'impiantano, la sfera sessuale appaia molto influente, non è a credere che una cura opoterapica specifica a base di estratti testicolari e ovarici possa avere un visibile influsso benefico; ciò si spiega con la complessità di questi fenomeni biologici. Per curare queste forme cutanee, occorre soprattutto un'azione diretta di medicamenti sulla pelle, fra i quali stanno in prima linea i preparati di zolfo e di mercurio con formule appropriate, caso per caso, ad evitare fatti irritativi. Poi riescono utili lavaggi detersivi con liquidi alcalini, azioni termiche, massaggio eseguito lege artis; di recente sono apparsi utili la doccia filiforme e i raggi X.
Come si vede, le cure possibili sono varie, e da tutte si possono ottenere buoni risultati, purché razionalmente usate.