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ACQUAPENDENTE

di Roberto ALMAGIA - Pericle Perali - Enciclopedia Italiana (1929)
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ACQUAPENDENTE (A. T., 24-25-26)

Roberto ALMAGIA
Pericle Perali

Comune del Lazio settentrionale, nella provincia di Viterbo. La piccola città (423 m. s. m.) è pittorescamente situata sul margine del ripiano vulcanico che scende precipite, a nord, sulla valle della Paglia, il cui alveo è 200 m. più basso; il ciglio ripido è inciso dal torrente Quintaluna, affluente della Paglia, che ha scavato un burrone incassato a est dell'abitato e vi forma alcune cascatelle; donde deriverebbe il nome del luogo. Alcune chiese ed edifizî cospicui gli conferiscono aspetto urbano. Tra le prime, è degna di nota la cattedrale del S. Sepolcro, chiesa benedettina, rifatta nel sec. XVII, con una cripta del secolo IX, ben conservata e ricca di bei capitelli romanici. Tra gli edifizî civili è da ricordare un'antica torre, resto di una fortezza costruita, secondo la tradizione, da Arrigo IV.

Nel 1656 aveva 1401 abitanti; nel 1701, 1883; nel 1736, 1909; nel 1782, 2066, la sua popolazione crebbe dunque assai lentamente nei secoli passati. Il censimento del 1816 assegna ancora ad Acquapendente 2397 ab., ma da allora l'incremento si fa alquanto più rapido: 4711 ab. nel 1853; 5664 nel 1881, 6432 nel 1901. Oggi il comune ha 6597 ab. (cens. 1921), dei quali 3442 nel centro principale; comprende poi i due minori centri di Torre Alfina (528 ab.) e Trevinano (310 ab.); il resto della popolazione è sparso in campagna. Il vasto territorio comunale (130 kmq., di cui 57 occupati da colture) produce principalmente vino, inoltre olio e grano; una parte notevole della regione sulla destra della Paglia è occupata da boschi (51 kmq. in tutto il comune). Acquapendente dista 46 km. da Viterbo e 33 da Orvieto; ad entrambi questi centri è legata da servizî automobilistici.

Acquapendente viene identificata con l'Acula e con l'Aquae Taurinae dei geografi e degl'Itinerarî. Non si trova ricordata tra le donazioni imperiali ai pontefici. Vi ebbero giurisdizioni l'abbazia del S. Sepolcro del Borgo di Acquapendente e l'abbazia di S. Maria di Mazzapalo, che era compresa nel contado orvietano. Le diocesi di Orvieto e di Sovana vi disputarono altre giurisdizioni, fino a quando vi presero predominio i vescovi di Castro, la cui diocesi, distrutta Castro nel 1649, vi fu trasferita. Fece parte del marchesato di Toscana, e, attraverso l'eredità di Matilde di Canossa, pervenne alla Santa Sede; ma vi aveva diritti il comune orvietano. Di qui un conflitto che, ricordato già nel trattato del 1157, fra Adriano IV e Orvieto, durò con varie vicende sin verso la fine del sec. XIV. Il comune senese, nel suo estendersi verso il mezzogiorno, vi ebbe dominio o predominio per circa un venticinquennio, tra la fine del sec. XIV e il principio del XV. Successivamente vi dominarono gli Sforza. In ultimo, consolidate le libertà cittadine in un capitolato con Eugenio IV (1443), e fissato il suo Ius municipale in uno statuto del tempo di Nicola V, la città restò in diretto dominio della S. Sede. Tuttavia vi rimasero assai potenti gli Sforza di Santa Fiora. Ancora una manifestazione delle vecchie lotte tra la dominante Orvieto e la soggetta Acquapendente si ebbe nel 1533, in una sfida tra sei cavalieri dell'una e sei dell'altra parte. Ma, scelto il campo, si perdette una giornata in cerimonie e preparativi, sino a che, scesa la notte senza che s'incrociassero le armi, fu deciso che l'onore dei contendenti era salvo. Posta sopra la grande via delle comunicazioni fra la Toscana e il Lazio, Acquapendente ebbe una casa di templari nell'abbazia del S. Sepolcro. Per questa terra si narra che passassero S. Rocco di Montpellier, dedicatosi qui alla cura dei lebbrosi, e S. Camillo de Lellis, fondatore dei ministri degli infermi. In Acquapendente ebbe i natali il grande anatomista Girolamo Fabrici (v. Sotto).

Bibl.: N. Costantini, Memorie stor. d'A., Roma 1903.

Vedi anche
Tuscia Altro nome dell’Etruria (➔). T. romana Nel Medioevo, la parte nord-occidentale dell’attuale Lazio, delimitata dal confine toscano attuale, dal medio e basso corso del Tevere, e dal Tirreno. Costituì una parte del Patrimonio di S. Pietro e si chiamò romana in contrapposizione alla T. regale o longobarda ... Patrimonio di San Pietro Nome che indicò prima genericamente i beni fondiari della Chiesa (a Roma e in altre regioni anche fuori d’Italia), poi, dall’8° sec., lo Stato della Chiesa. Il P. ebbe origine dalla donazione di terre (Amelia, Orte, Bieda, Bomarzo) fatta dal re longobardo Liutprando nel 741 a papa Zaccaria, in aggiunta ... Aldobrandéschi Famiglia feudale di origine forse longobarda, che verso il Mille dominava dal castello avito di Santa Fiora su un vasto complesso di possessi estendentisi fino a Grosseto a N e a Corneto (od. Tarquinia) a S, e denominati nei documenti dell'epoca comitato o contado aldobrandesco (o terra aldobrandesca), ... Girolamo Fabrici d' Acquapendènte Medico (Acquapendente 1533 - Padova 1619). Allievo e successore di G. Falloppia nella cattedra di anatomia a Padova, vi costruì il teatro anatomico, l'unico dell'epoca che ancora sia perfettamente conservato. È ricordato soprattutto per l'esatta descrizione delle valvole delle vene (1603), delle quali ...
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  • Acquapendente
    Enciclopedia on line
    Comune della prov. di Viterbo (130,3 km2 con 5772 ab. nel 2007, detti Acquesiani), situato sul margine di un ripiano che scende nella valle della Paglia. Ebbe notevole importanza durante il Medioevo, per la sua posizione sulla grande via delle comunicazioni fra Toscana e Lazio.
Vocabolario
acquapendènte
acquapendente acquapendènte s. f. [part. pres. dell’ant. acquapendere]. – In geografia fisica, ciascuno dei due opposti versanti d’un rilievo montuoso o collinare sui quali le acque fluviali, divise dalla linea di vetta, scorrono in direzioni...
acquapèndere
acquapendere acquapèndere v. intr. [comp. di acqua e pendere], tosc. ant. – Di un rilievo, pendere verso il basso e in partic. verso un fiume o ruscello convogliando a questo le acque: dirupi e piagge molto declivi, che acquapendono in...
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