ACQUAVIVA D'ARAGONA, Anna, detta, dal feudo paterno, Mademoiselle d'Atrie
Figlia di Giovan Francesco, fu allevata in Francia alla corte di Caterina de' Medici, che l'ebbe particolarmente cara; fece parte del gruppo delle sue damigelle d'onore e di quelle di Margherita di Navarra, nei periodi in cui questa soggiornò alla corte di Francia.
Dopo la morte del padre (1569), ricevette dal re una pensione annua, il cui ammontare totale è difficile precisare: certo però superava le cifre massime assegnate alle damigelle d'onore di Caterina. Nel 1569ricevette infatti 1800 livres tournois (cfr. ricevuta conservata alla Bibliothèque Nationale di Parigi, Pièces originales, t. 81 Acquaviva)e nel 1579 la somma di 1200 scudi.
A corte, e durante i numerosi viaggi che fece al seguito delle due regine (nel 1577 nelle Fiandre, nel 1578 fino in Guascogna, al seguito di Margherita di Navarra, e nel 1579 a Lione, al seguito di Caterina de' Medici), l'A., donna di spirito e di grande bellezza, non tardò a conquistarsi un posto di primo piano nella società mondana del tempo. Particolare prestigio le diede l'amore che, intorno al 1570, ebbe per lei Carlo IX.
L'avvenimento, tanto più notato a corte quanto più diffuso era stato il rimprovero mosso al re, di occuparsi molto della caccia al cervo, ma ben poco delle dame di corte, fu cantato dai molti poeti che gravitavano intorno a Carlo IX, nello stile classicheggiante intessuto di metafore petrarchesche allora di moda. Lo stesso Ronsard scrisse per questa occasione un intero gruppo di poemi elegiaci, i Vers d'Eurymédon et de Callirée,nei quali il re cacciatore è raffigurato nel personaggio di Eurimedonte e l'A. in una ninfa dal nome trasparente di Callirée. Vanno inoltre ricordati J. Dorat (De Eurymedonte et Callirhoe),Ph. Desportes (Stances)e A. Jamyn (Callirée).Se è vero quanto dice il Brantôme, lo stesso re concepiva i suoi rapporti con l'A. nel modo letterario e nel tono petrarchesco dei poeti di corte. Tuttavia, anche se il legame fu duraturo (il Brantôme dice che durò fino alla morte del re), l'A., nella corte non priva di preoccupazioni religiose e dominata da Caterina de' Medici, non assunse probabilmente la posizione di amante ufficiale del re, almeno dopo il matrimonio di questo.
Dopo la morte del re (1574),l'A. continuò a vivere a corte e a far parlare di sé. Secondo lo Champion sarebbe lei la destinataria di alcuni versi che il Ronsard scrisse come dedica amorosa di un ritratto inviato da una certa Diana ad una certa Anna. Durante il viaggio che l'A. fece per accompagnare Margherita di Navarra presso il marito, che si trovava allora in Guascogna (1578), suscitò una clamorosa passione nel capitano d'Ussac, comandante della fortezza ugonotta della Réole (secondo il d'Aubigné, quest'amore, non corrisposto e perciò beffeggiato dagli altri capi ugonotti, sarebbe stato niente di meno la causa del passaggio del d'Ussac al campo cattolico e della conseguente caduta della Réole).
L'11 febbr. 1580 l'A. sposò Ludovico Cattani da Diacceto (Ludovico Adjacet), fiorentino di nascita, arricchitosi alla corte di Francia come finanziere e "i fermier général" delle dogane.
Anche dopo le sue nozze, l'A. continuò, almeno per qualche tempo a frequentare la corte, non senza che si spargessero dicerie di suoi nuovi amori, con personaggi, quali il duca di Guisa, o addirittura con il fratello di Enrico III, Francesco, duca d'Anjou. Dopo questa data (1583) si hanno poche notizie di lei. Il Brantôme dice che, rimasta vedova ancor giovane, non si risposò, preferendo dedicarsi a pratiche devote e all'educazione dei figli, Angelica, che doveva sposare il conte d'Angiure, e Scipione, che portò il cognome di Acquaviva.
Non si conosce la data della sua morte.
Fonti e Bibl.: Moltissime opere e memorie di contemporanei parlano, sia pure brevemente, dell'A. Ricordiamo: Marguerite de Valois, Mémoires et lettres,Paris 1842, p. 89; P. de Bourdelle de Brantôme, Oeuvres complètes,a cura di L. Lalanne, II, Paris 1866, pp. 28, 232; V, ibid. 1869, p. 274; IX, ibid. 1876, p. 49; P. L'Estoile, Mémoires journaux,I, Paris 1874, pp. 273, 353;II, ibid. 1875, pp. 2, 26, 42; Lettres de Cathérine de Médicis, a cura di G. Baguenaul de Puchesse, VI, Paris 1897, p. 127; VII, ibid. 1899, p. 166; VIII, ibid. 1901, pp. 114, 118, 235; A. d'Aubigné, Histoire Universelle,V, Paris 1918, pp. 127, 357.Notizie sull'A., soprattutto in relazione ai poeti che hanno scritto su di lei, anche in P. Laumonier, Ronsard poète lyrique,Paris 1909, p. 242, 253, 255;C. Binet, La vie de Ronsard,a cura di P. Laumonier, Paris 1910, p. 25, 161; P. Champion, Ronsard et son temps,Paris 1925, pp. 226-227, 243, 285;J. Lavaud, Philippe Desportes,Paris 1936, pp. 92, 135;E. Fremy, L'Académie des derniers Valois,Paris 1887, p. 190. Altre notizie sono infine in P. Litta, Fam. cel. ital., Acquaviva,tav. IV.