ACQUAVIVA D'ARAGONA, Giulio Antonio
Figlio di Giovanni Francesco e di Dorotea Gonzaga, nacque verso la fine del sec. XV.
Nella divisione dei numerosi feudi della famiglia, fatta dal nonno Andrea Matteo nel 1511, egli ebbe Conversano col titolo di conte. Avendo sposato Anna Gambacorta (che era pronipote di Caterina Della Ratta, moglie di Andrea Matteo), a lui toccò il complesso dei feudi dei Della Ratta, che avevano il loro centro in Caserta e nel suo territorio. Alla morte del padre (1527) egli divenne marchese di Bitonto.
Al momento della invasione del Lautrec l'A. fu tra coloro che seguirono il partito francese (1528), così che non solo dovette salvarsi con la fuga, ma fu escluso insieme con la moglie dall'amnistia concessa in Trento il 28 apr. 1530 da Carlo V. Dei suoi feudi, quello di Conversano passò allo zio Giovanni Antonio Donato, fedelissimo agli Spagnoli; Caserta e i feudi dei Della Ratta, malgrado l'opposizione di Anna Gambacorta, che nel frattempo era stata amnistiata, andarono a Luigi Ycart; e il ducato d'Atri, che sarebbe dovuto toccare all'A. dopo la morte di Andrea Matteo, dopo una prima confisca, tornò agli Acquaviva nella persona ancora di Giovanni Antonio Donato.
In Francia, ove rimase col figlio Giovanni Francesco, l'A. ebbe i feudi di Brie e di Canterebor. Vi morì in anno imprecisato.
La moglie, rimasta nel Regno, riuscì ad ottenere, dopo lunghe cause, che il feudo di Caserta rimanesse al secondogenito Baldassarre, capostipite del ramo dei principi di Caserta, marchesi di Bellante.
Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., Acquaviva, tav. IV; B. Storace, Istoria della famiglia Acquaviva reale d'Aragona, Roma 1738, pp. 60 ss.; N. Cortese, Feudi e feudatari napoletani della prima metà del Cinquecento, in Arch. stor. per le prov. napol., LIV (1929), pp. 60 s.; LVI (1931), pp. 240 ss. Assai impreciso è quanto su di lui si legge in O. Bolognini, Storia di Conversano, Bari 1935, pp. 126 s.