Vedi ACROLITO dell'anno: 1958 - 1994
ACROLITO (v. vol. I, p. 48)
Teste, braccia e gambe marmoree con particolarità tecniche che inducono a supporne una lavorazione acrolitica, sono state considerate in varie occasioni come resti di a. di epoca greca e romana: di statue, cioè, che, realizzate in legno nel nucleo interno e nelle parti vestite, presentano le membra nude in marmo. Questi elementi, tuttavia, assieme ad alcuni altri che, come le dimensioni, si ritengono accessori, non sempre risultano indizi sufficienti per tale definizione. E possibile, p.es., che teste prive della calotta cranica о cave nella parte inferiore provengano anche da statue completamente in marmo (si veda la testa di Anytos del Gruppo di Lykosoura) o da pseudoa., ossia statue eseguite in materiale litico di minor pregio (pòros), con le parti nude in marmo. Una maggiore sicurezza può ottenersi quando si conoscano esattamente і dati di scavo e quando і relativi trovamenti presentino particolarità tecniche connesse alla loro applicazione sul nucleo ligneo, come nel caso della statua di divinità femminile dall'area sacra del Largo Argentina (testa e piedi), delle statue di Igea (testa e piedi) e di Asclepio (piedi) da Pheneos e della statua di Atena a Priene.
Per due statue di epoca romana da Salonicco, realizzate secondo la tecnica dell'a., è stata avanzata una proposta di ricostruzione (Despinis, 1975), basata sulle particolarità di lavorazione delle superfici di contatto e della forma caratteristica degli elementi impiegati per la giunzione delle parti in materiale diverso. Si tratta, nel primo caso, di una replica dell'Atena Medici, con la testa, le mani, і piedi e la gamba destra, sulla quale ricadeva il chitone, eseguiti in marmo, mentre erano in legno le parti ricoperte dal peplo e dall'himàtion (agli inizi del III sec. d.C. la statua fu rimaneggiata come ritratto di Giulia Domna). L'altra è una statua loricata, in cui la testa, le braccia, le gambe e le parti ricoperte dal chitonisco sono in marmo, mentre la corazza era costituita da parti in legno, applicate, come nel caso precedente, attorno a un nucleo di questo stesso materiale. Per l'ancoraggio delle parti in marmo a quelle lignee venivano impiegati elementi in legno a forma di cuneo, tagliati a doppia coda di rondine, che si alloggiavano a incastro in cavità corrispondenti, praticate sul marmo e sul legno. Simili cavità che si conservano anche in altre sculture, principalmente in teste prive della calotta cranica, inducono a supporre analoghi elementi di collegamento a cuneo, senza però che tale fatto possa costituire in tutti і casi un indizio della presenza di parti complementari in legno: la stessa tecnica è stata infatti adottata anche quando queste erano in marmo.
Bibl.: Per le statue di Pheneos: E. Protonariou-Deïlaki, in ADelt, XVII, 1961-62, B', p. 57 ss., tavv. LXIII-LXIV. Per le parti di a. dal Largo Argentina: H. G. Martin, Römische Tempelkultbilder. Eine archäologische Untersuchung zur späten Republik, Roma 1987, pp. 103 ss., 213 ss., п. 5. ― Per la statua di Atena a Priene: J. C. Carter, The Sculpture of the Sanctuary of Athena Polias at Priene, Londra 1983, p. 210 ss. ― Per le statue dell'Atena Medici e di loricato nel museo di Salonicco: G. Despinis, Ακρολιθα (ADelt, Suppl. 21), Atene 1975, pp. 11-26, figg. 1-12; tavv. I-XII. - Per la trasformazione della replica dell'Atena Medici in ritratto di Giulia Domna: G. Despinis, Ανακοινωσεις кατα το Δευτερο Διεθνες Συμποσιο, Θεσσαλονικη, in Αρχαια Μακεδονια, II, Salonicco 1977, p.95 ss.; tavv. I-VI.
)