ACROPOLI 606, Pittore di
Ceramografo attico, che prende nome dal dinos n. 606 dipinto a figure nere, conservato nel Museo dell'A. ad Atene. Il vaso ha varie zone dipinte: la principale reca una scena di combattimento con carri, quella inferiore un combattimento di cavalieri. Il pittore era attivo nel secondo quarto del VI sec. a. C. ed il suo stile, contrapposto a quello di Kleitias, è più monumentale. Le figure sono più grandi, le scene, specialmente quelle di battaglia, più complesse e movimentate. A lui sono attribuiti altri sei vasi: i frammenti di un cratere a colonnette, nel Museo dell'A. di Atene (633), con pugilatori; i frammenti di un cratere a volute, nel Museo dell'A. (625), con un carro da un lato e satiri e menadi dall'altro; tre "anfore con cavaliere": a Berlino (4823, da Liosia), a Tubinga (D 24) ed a Ginevra (MF 153), ed un frammento ad Odessa, proveniente da Theodosia, con scena di combattimento.
Bibl: J. D. Beazley, Black-fig., 1928, pp. 812, 682. - Acropoli 606: E. N. Gardiner, in Journ. Hell. Studies, XXVII, 1907, p. 261, fig. 8; Graef-Langlotz, Die antiken Vasen von der Akropolis zu Athen, II, Berlino 1929-1933, pp. 68-69, tavv. 30-32; J. D. Beazley, Development, pp. 38, 39 e 109; tavv. 13, 1-2, 14, 1; S. Karouzos, in Bull. Corr. Hell., LXXI-LXXII, 1947-1948, pp. 425-426, fig. 1, a-b.