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di G. Furlani - Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)
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G. Furlani

Le rovine della città sumera e babilonese di A. si trovano nel tell (altura) di Bismayah, a circa 20 km a N-E di Farah (Shuruppak: v.); il sito è stato esplorato da varî studiosi, tra i quali va menzionato in primo luogo W. Andrae (1902); gli scavi vi furono iniziati nel 1903 da E. I. Banks per incarico dell'Oriental Exploration Fund dell'Università di Chicago e furono proseguiti ancora nel 1904.

In tutto si possono distinguere dodici tell; la città era antichissima e sarebbe stata la sede dell'8a dinastia dopo il diluvio; aveva delle mura, fu restaurata nell'epoca di Akkad (c. 2350-2150 a. C.) e nel periodo neosumero; prosperò per lo meno fino all'epoca dei Cassiti. Vi furono trovati frammenti di un vaso di lapislazzuli dell'epoca di Gemdet Nasr (v.), un vaso di Mesilim di Kish, una statuetta del re Lugaldalu, un vaso di Mear - tutti oggetti dell'epoca presargonica - e alcuni altri oggetti dei periodi successivi o di epoca incerta: una testa femminile, un busto di statuina e una testa maschile, conservati nel Museo del Louvre.

Bibl: E. J. Banks, The Oldest Statues in the World, in Am. Journ. Semitic Languages, XXI, 1904, pp. 57-59; id., The Bismya Temple, ivi, XXII, 1905, pp. 27-34; id., Plain Stone Vases from Bismya, ivi, XXII, 1905, pp. 35-40; id., Terracotta Vases from Bismya, ivi, XXII, 1905, pp. 139-143; R. Zehnpfund, Babylonien in seinen wichtigsten Ruinenstätten, in Der Alte Orient, XI, 3-4, Lipsia 1910, p. 32; E. J. Banks, Bismya, or the Lost City of Adab, New York 1912; V. Christian, Altertumskunde des Zweistromlandes, I, Lipsia 1940, pp. 60-62; A. Parrot, Archéologie mésopotamienne. Les étapes, Parigi [1946], pp. 207-209.

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