CENCETTI, Adalberto
Nacque a Roma il 20 giugno 1847, figlio di un operaio scalpellino, un semplice artigiano, che forse potrebbe essere identificato con quel Cencetti, scultore romano, nominato da G. Brancadoro (Notizie riguardanti le Accademie..., Roma 1834), come abitante in via della Lungara, n. 62. Seguendo l'esempio del padre, ancora giovinetto cominciò con l'esercitare il mestiere dell'abbozzatore, aiutando in tal modo la famiglia, di condizioni economiche non floride. Si pose poi con entusiasmo allo studio della scultura, e fu discepolo di A. Tadolini e scolaro dell'Accademia di S. Luca. I suoi primi lavori furono monumenti sepolcrali, con i quali ottenne una certa notorietà. Nel 1871 partecipò all'Esposizione d'arte romana con un Busto di donna di fattura realistica. Nel 1875 ebbe la sua prima importante affermazione vincendo il concorso, indetto a Bologna, per un monumento al fisico L. Galvani, terminato e inaugurato nel 1879. Ben presto, probabilmente per staccarsi dalle pastoie accademiche, si dedicò alla scultura di genere: un grande successo ottenne, secondo quanto riportano i giornali dell'epoca, all'Esposizione nazionale di Napoli del 1877 con un gruppo di due busti, un uomo e donna giovane, bella e maliziosa, che si sorridono, intitolato Tentazione (L'Illustrazione ital., 20 maggio 1877, p. 311, ill. p. 305). Questo stesso gruppo fu esposto alla Mostra di Torino del 1880, insieme con un altro che suscitò altrettanta approvazione e consenso, Il gioiello della vedova (ibid., 24 ott. 1880, p. 250), rappresentante una giovane donna che abbraccia il figlio tornato da scuola con una medaglia, chiaro esempio di quella espressione degli affetti realizzata all'interno del bozzetto di genere che sembra sia stata una ricerca costante del C. (quest'opera verrà premiata a Parigi al Salon del 1902).
Nel 1882 il C. iniziò la prima delle grandi opere che furono da lui realizzate, e cioè il gruppo colossale per il frontone del palazzo delle Esposizioni di Roma in via Nazionale: rappresenta L'Arte trionfante tra lo Studio e la Pace, e domina la facciata, al di sopra dell'alto colonnato e della scalinata d'ingresso, con i suoi cinque metri di altezza. Ancora a Torino, nel 1884, espose un'altra scultura intitolata Troppo presto (o L'ambizione). Come omaggio di ex discepolo, eseguì nel 1888 per l'Accademia di S. Luca il busto dello storico A. Reumont. Nel 1890 ebbe inizio la seconda delle sue grandi opere, il monumento a Benito Juarez, commissionatogli dal Messico ed eseguito con la collaborazione di G. Trabacchi: una colossale statua stante, ora al centro di una delle principali piazze di Città del Messico. Con il Trabacchi eseguì anche una delle dodici statue di apostoli, Matteo, per la nuova basilica di S. Paolo a Roma. Nel 1892 furono esposti a Roma, nel palazzo delle Esposizioni, i bozzetti di soggetto colombiano che, commissionati da un privato a vari scultori, furono poi esposti alla Esposizione universale di Chicago dell'anno dopo: il bozzetto del C. rappresentava Cristoforo Colombo deriso dai membri del Consiglio dell'Università di Salamanca (Natura e arte, I[1892], 23, p. 1076).
Nel 1893 il C. ritornò al suo genere preferito, con una fanciulla nuda, intitolata Ignara mali, presentata all'Esposizione romana di quell'anno, dove riportò il primo premio di 1.500 lire, e poi esposta a Parigi nel 1900 (Roma, Galleria naz. di arte moderna: Contessa Lara, in Natura e arte, III[1893], 13, p. 112). Un'altra opera, di minore impegno, è il ritratto tombale di Adele Balter al cimitero del Verano a Roma.
Il C. morì a Roma il 4 nov. 1907.
Bibl.: L'illustrazione italiana, 28genn. 1883, p. 50 e ill. pp. 49, 51; L. Callari, Storia dell'arte contemp. italiana, Roma 1909, pp. 52 s.; F. Mercatali, A. C., in L'Artigiano, 4 nov. 1937; E. Lavagnino, L'arte moderna, Torino 1956, II, p. 600; R. U. Montini, S. Teresa al Corso d'Italia, Roma s. d., p. 45; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p.280; Encicl. Ital., IX,p. 728.