ADALBERTO
Obertengo, figlio primogenito di Oberto I, conte di Luni, nacque nel 925 circa. Ereditò dal padre la marca della Liguria Orientale (Marca lanuensis) e ne tenne il governo insieme con il fratello Oberto lì. Nel 972 presiedette un placito tenuto il 30 luglio a Milano alla presenza di Ottone I e di Ottone II, qualificandosi "marchio et comes palacii", titolo proprio del padre Oberto, che A., posteriormente a questa data, non usò più.
Ciò permette di avanzare l'ipotesi che in questa occasione A. abbia soltanto sostituito il padre Oberto (cfr. I placiti del "Regnum Italiae", a cura di C. Manaresi, II, 1, Roma 1957, in Fonti per la Storia d'Italia, XCVI, pp. 120 s.).
In molti documenti A. compare insieme col fratello minore Oberto (atti del 15 ott. 975, in L. A. Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi, I, Mediolani 1738, p. 375; del 2 apr. 977, diploma falso di Ottone II, in Monumenta Germ. Hist., Diplomata regum et imperatorum, II, 1, Hannoverae 1888, pp. 379 s.; del 18 luglio 985, in I placiti del "Regnum Italiae", cit., II, 1, p. 251).
Nel maggio 996 Ottone III emise una sentenza favorevole a Bonizo abate del monastero delle SS. Fiora e Lucilla nel contado di Arezzo contro A. e suo fratello Oberto, che contrastavano al suddetto abate la proprietà di alcuni beni del monastero. Nello stesso anno 996 A. e Oberto compaiono come conti di Tortona (Le carte dell'Archivio capitolare di Vercelli, I, Pinerolo 1912, p. 27).
L'ultimo documento in cui compaia A. è del 24 sett. 996; da esso risulta che a quella data A. non aveva più figli, il figlio maschio Oberto essendogli infatti premorto (ediz. in I. Affò, Storia della città di Parma, I, Parma 1792, p. 372). È dubbio che l'A. marchese, presente a un placito pavese del 14 ott. 1001, sia A. Obertengo. Comunque, egli mori anteriormente al 13 marzo 1002, poiché in un documento di questa data A. II, suo nipote, lo dichiara defunto (L. A. Muratori, Delle Antichità Estensi e Italiane, I, Modena 1717, p. 228).
A. ebbe anche una figlia, Berta, che sposò Lanfranco conte di Piacenza.
Dai documenti succitati A. appare possessore di vasti tratti del predio paterno in Lombardia e nell'Emilia e dell'immensa "terra obertinga" pisana, lucchese ed aretina, basi della vasta dominazione terrestre e marittima conseguita dai suoi successori, sia nell'Italia superiore, sia in Toscana e nelle isole del Tirreno; egli fu, infatti, l'autore di due delle quattro grandi diramazioni della stirpe obertenga derivate da una divisione patrimoniale avvenuta sui primi del sec. XI, quella dei Pelavicini, fissatisi nei territori di Piacenza, Parma, Cremona, e quella dei marchesi di Gavi, Parodi, Massa-Corsica, Massa-Cagliari, Livorno, Piombino, ecc.
Bibl.: S. Pivano, Stato e Chiesa da Berengario I ad Arduino (888-1015), Torino 1908, pp. 141 ss.; F. Gabotto, Da Berengario I ad Arduino, in Arch. stor. ital.,s. 5, XLII (1908), p. 320; Id., I marchesi Obertenghi, in Giorn. stor. della Lunigiana, IX (1918), pp. 9, 10-14; U. Formentini, Genova nel basso impero e nell'alto Medioevo, Milano 1941, pp. 218 ss.