SMITH, Adam
Filosofo ed economista nato a Kirkaldy in Scozia il 5 giugno 1723, morto a Edimburgo il 17 luglio 1790. Dal 1737 al 1740 studiò all'università di Glasgow dove fu scolaro di F. Hutcheson; dal 1740 al 1746 continuò i suoi studî a Oxford per prepararsi, secondo il desiderio della famiglia, alla carriera ecclesiastica. Abbandonato poi tale progetto tornò a Kirkaldy con la madre. Nel 1748 si trasferì a Edimburgo dove tenne, sotto il patronato di lord Kames, un corso di lezioni di rettorica e belle lettere. Nel 1751 fu nominato professore di logica nell'università di Glasgow e l'anno seguente passò alla cattedra di filosofia morale, vacante per la morte di T. Craigie, successore del Hutcheson. Pubblicò, nel 1759, la sua maggiore opera filosofica, Theory of the moral sentiments, alla quale avrebbero dovuto far seguito altre opere rispondenti alle varie parti del suo corso di filosofia morale. Ma verso la fine del 1763 si decise ad accettare l'invito rivoltogli da Ch. Townsend di accompagnare il duca di Buccleuch in un viaggio in Europa. Partirono al principio del 1764 per Londra e nel marzo passarono nel continente; da Parigi si recarono a Tolosa dove dimorarono per diciotto mesi; e di lì, dopo un lungo giro nelle provincie meridionali della Francia, si trasferirono a Ginevra. Nel dicembre 1765 tornarono a Parigi e vi rimasero fino all'ottobre dell'anno seguente. Presentato da David Hume, di cui era amico da molti anni, conobbe gli uomini più eminenti del tempo e in particolare Turgot, Quesnay, Necker, d'Alembert, Helvétius. Il suo interesse e la sua ammirazione erano rivolti soprattutto ai primi due, che contribuirono a orientare le ulteriori ricerche dello S. e a farle ormai svolgere quasi esclusivamente nel campo dei problemi economici. Nell'ottobre del 1766 tornarono a Londra e lo S., lasciato il duca, si ritirò per dieci anni a Kirkaldy con la madre. All'inizio del 1776 pubblicò An inquiry into the nature and causes of the wealth of nations e due anni dopo fu nominato commissario per le dogane a Edimburgo, dove trascorse gli ultimi anni della vita.
L'attività scientifica dello S. come filosofo e come economista è quasi esclusivamente rappresentata dalle due opere citate, rispondenti alla seconda e alla quarta delle quattro parti, in cui aveva diviso il corso di filosofia morale all'università di Glasgow. La prima comprendeva la teologia naturale, la seconda l'etica, la terza il diritto civile e politico, la quarta l'economia politica. È stato discusso dai critici il problema del rapporto sistematico tra le quattro parti e in particolare tra le due opere pubblicate, ma le conclusioni cui si è giunti non consentono di guardare a un'unità che vada oltre il criterio di uno studio completo della storia della civiltà. Un principio sistematico di carattere più intrinseco invano si cercherebbe, a meno di non considerare come tale il generico orientamento spirituale che all'autore proveniva dall'insegnamento del Hutcheson e del Hüme.
Per quel che riguarda la sua concezione filosofica egli, rimanendo nell'ambito delle teorie dei suoi maestri, credette di individuare nel sentimento della simpatia il principio di tutta la vita morale e alla luce di questo presupposto riuscì a compiere delle analisi molto fini e acute, ricche di sensibilità e di buon gusto. Se non che, da un punto di vista rigorosamente speculativo, l'errore di voler dedurre dall'immediatezza del sentimento il concetto di dovere si aggravava nella concezione dello S., che, accentuando la teoria della simpatia come sentimento fondamentale, non avrebbe potuto disconoscere sul terreno dell'empiria la legittimità e il valore del sentimento opposto. L'estrema fragilità del principio filosofico non poteva non apparire evidente, sì che perfino l'eclettico V. Cousin, nella biografia piuttosto apologetica che scrisse dello S., doveva concludere: "le tenebre del punto di vista sistematico si spargono sull'opera intiera e ne offuscano agli occhi miei le parti più lucide e più pure".
Carattere completamente opposto, e cioè prima opera sistematica della scienza economica, si è voluto riscontrare da molti nelle Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni, sebbene oggi tale giudizio sia molto discusso e combattuto.
L'opera è divisa in cinque libri. Nel primo, riconosciuto nel lavoro umano il principio di ogni ricchezza, lo S. cerca di determinare le cause del miglioramento delle forze produttive e l'ordine secondo il quale il prodotto si distribuisce naturalmente tra le diverse classi e gl'individui. Attraverso il concetto di scambio, passa poi nel secondo a trattare della moneta, della natura e accumulazione del capitale e del modo in cui esso si ripartisce tra le varie industrie. Nel terzo libro lo S. compie un esame storico del progresso economico e in particolare dei danni di una politica che si opponga al naturale sviluppo delle nazioni. Concezione che viene ribadita nel quarto libro dove l'autore combatte i diversi sistemi di economia politica e in particolare la teoria del mercantilismo. L'ultimo libro è dedicato all'analisi delle spese del sovrano o della repubblica e delle sorgenti di entrata con particolare riguardo alle imposte.
I principî su cui l'opera si fonda sono quelli della divisione del lavoro, del lavoro come origine del valore, della libertà economica, e sono tutti già svolti nel System of moral philosophy, pubblicato dal Hutcheson nel 1755 e dal Hume nei Political discourses (1752). E al pensiero di questi due autori si collegano in modo particolare le Lectures on justice, police, revenue and arms, tenute dallo S. nell'università di Glasgow nel 1763, e cioè prima del suo viaggio in Francia. All'influsso degli scrittori inglesi si è aggiunto poi quello dei fisiocrati conosciuti a Parigi più di dieci anni prima della pubblicazione delle Ricerche. Il principio individualistico del tornaconto e quello politico corrispondente del laissez faire divennero così i presupposti di ogni indagine, anche se non rigorosamente dedotti e dimostrati.
Ma se né l'originalità né la sistematicità sono le caratteristiche dello S., ai principali economisti inglesi che gli succederanno fino ai giorni nostri, quella fondamentale impronta di concretezza e di antidogmatismo che li distingue dagli economisti del continente. È l'elasticità dell'empirismo che in contrapposizione allo schematismo del razionalismo induce l'economista inglese a volgersi più spregiudicatamente alla varia molteplicità dei fatti e delle esigenze e a correggere col buon senso l'astratto rigore del principio metodico. E così avviene che lo S., arricchito dalla diretta esperienza dell'industrialismo inglese e in particolare della vita commerciale di Glasgow, può allargare l'orizzonte della visione fisiocratica estendendone il concetto troppo circoscritto di lavoro e di valore. Fattore produttivo diventano per lui, non soltanto la terra intesa nel senso più estrinseco e perciò l'agricoltura, ma anche l'industria e in genere il lavoro umano in tutte le sue manifestazioni. Lo stesso concetto di interesse e il conseguente principio individualistico finiscono nello S. col far posto ad altre esigenze insopprimibili della vita sociale nella sua necessaria organicità. Attraverso il criterio della divisione del lavoro si afferma in lui l'ideale di una cooperazione, che supera, pure a esso collegandosi, il presupposto individualistico e giunge a riconoscere perfino l'utilità di un intervento moderatore e integratore da parte dei poteri statali.
Per queste ragioni lo S. può essere considerato il caposcuola della scienza economica inglese e uno dei più tipici esponenti, nel campo delle dottrine economiche, della peculiare forma mentis rispondente al metodo dell'empirismo.
Bibl.: Un'edizione critica dell'opera An inquiry into the nature and causes of the wealth of nations è stata pubblicata da E. Cannan, Londra 1904, voll. 2. Trad. it. seguita sull'ultima edizione di Mac Culloch nella Biblioteca degli economisti, s. 1ª, II, Torino 1851. La Theory of moral sentiments, Londra 1759, fu più volte ristampata e in appendice furono pubblicate dallo S. le Considerations concerning the first formation of languages and the different genius of original and compound languages. Dello S. ci resta anche un vol. di Essays, Dublino 1795.
La biografia fondamentale dello S. è quella pubblicata nei Transactions of the R. Society of Edinburgh, 1794, e poi in volume, insieme ad altre biografie, con il titolo Biographical memoirs of A. S., Robertson, ecc., Londra 1811. In essa si parla di un manoscritto che lo S. avrebbe consegnato nel 1755 a una società di cui era membro per documentare i criterî fondamentali dei suoi corsi di economia politica. La testimonianza dello Stewart, volta alla rivendicazione della indipendenza del pensiero dello S. rispetto ai fisiocratici, a parte ogni considerazione sul suo valore, è stata ormai resa pressoché inutile dalla scoperta e poi dalla pubblicazione delle Lectures on justice, police, revenue and arms, delivered in the University of Glasgow by A. S., reported by a student in 1763 and edited with introduction and notes by Edwin Cannan, Oxford 1896. Altre biografie: A. Delatour, A. S., sa vie, ses travaux, ses doctrines, Parigi 1886; R. B. Haldane, Life of A. S., Londra 1887; J. Rae, Life of A. S., ivi 1895 (la più completa). Cfr. inoltre: W. v. Skarzynski, A. S. als Moralphilosoph und Schöpfer der Nationalökonomie, Berlino 1878; R. Zeyss, A. S. und der Eigennutz, Tubinga 1889; L. Feilbogen, S. und Turgot, Vienna 1892; L. Limentani, La morale della simpatia, Genova 1914; G. Prato, Come scriveva A. S., in Riforma sociale, 1923; A. Graziani, A. S., in Annali di economia, II, n. i, pp. 17-42; Lectures to commemorate the sesquicentennial of the publication of The Wealth of Nations, Chicago 1928; F. Virgilii, A. S., Milano 1928.