ALBERTI, Adamo
Attore e autore: nato a Cremona, nel 1809, morto vecchissimo a Napoli, verso il 1890; era figlio di Daniele, buon attor comico e caratterista, di origine borghese.
Nel teatro italiano dell'800 ha lasciato buona memoria come capocomico e direttore di larghe vedute artistiche. Condusse infatti nei primi dieci anni della sua carriera numerose compagnie variamente composte, che fecero conoscere in Italia il repertorio melodrammatico di Francia, e diffusero il gusto del dramma popolare. Ma il suo proprio buon gusto e la sua intelligenza non se ne appagarono; e tolto in appalto, nel 1838, il teatro dei Fiorentini in Napoli, l'A. lo diresse per quarant'anni, attuando in certo modo un tipo di teatro stabile che era il solo possibile al tempo suo: cioè creando una compagnia, nella quale passarono i più rinomati artisti d'Italia e in cui aspiravano ad entrare i giovani più promettenti. Egli aveva goduto da giovane della protezione e dell'amicizia di F. A. Bon, e aveva appreso l'arte scenica nella compagnia di lui, dove manifestò subito il suo istinto di attore comico, secondando il quale diede le sue più fortunate interpretazioni, pur non perdendo mai il vizio di andare a soggetto e di fiorettare le parti con sue invenzioni. Il Rasi ricorda di lui otto fra commedie e drammi, tutti oggi dimenticati, tranne il Matrimonio occulto.
Bibl.: Rasi, I comici italiani, Firenze, 1897-1905, s. v.; Alberti, Quarant'anni di storia del Teatro dei Fiorentini, Napoli 1878.