Adamo da Arogno
Architetto e scultore, originario di Arogno nel Canton Ticino, attivo a Trento nei primi decenni del sec. 13° (morì intorno al 1236). Il principe vescovo Federico Vanga (1207-1218) gli affidò nel 1212 la ricostruzione del duomo di Trento, incarico testimoniato da una lunga iscrizione funeraria, collocata verso il 1295 all'esterno, sul pilastro terminale sinistro del coro: "Anno D(omi)ni MCCXII ultima di(e) (februarii) presidente / venerabile tridentino ep(iscop)o Fed(eri)co de Vanga / et dispone(n)te hui(us) eccl(es)ie op(us) incepit et co(n)stru / xit mag(iste)r Adam de Arognio Cumane dioc(esis) et / circuitu(m) ip(s)e sui filii inde sui aplatici cu(m) appen / diciis intrinsece ac extrinsece istius eccle / sie magisterio fabricarunt c(uius) (e)t sue prol / is hic subt(us) sepulcru(m) p(er)manet (Orate) p(ro) eis". La famiglia arognese (dopo la morte di A. gli successero nel cantiere del duomo Enrico di Fono d'Arogno e i figli di quest'ultimo Zanibono e Adamo) è tipica esponente della cultura architettonica e plastica che le maestranze campionesi diffusero in tutta l'Italia settentrionale, ripetendo in maniera sostanzialmente ritardataria le formule più divulgate del linguaggio romanico e accettando, con molte riserve e adattamenti, le soluzioni più aggiornate del Gotico d'Oltralpe, evidenti a Trento nello slancio dell'interno e in molti dettagli architettonici. In realtà la maestosa fabbrica del duomo, a tre navate voltate a crociera con ampio transetto, avviata con impegno, languì dopo la morte del Vanga e giunse alle coperture solo verso la metà del Trecento, quando ormai agli estinti d'Arogno si erano sostituite altre maestranze, dirette ancora da campionesi, Egidio (notizie 1305-1307) e Bonino (dal 1321 in poi: autore del rosone di facciata).
La storiografia (Rasmo, 1982) ha tentato di attribuire all'intervento diretto di A. alcune sculture prossime alla parte orientale (lunetta con Cristo e simboli degli evangelisti del portale nord, Madonna degli annegati, sempre sul lato settentrionale) da datare piuttosto verso la metà del Duecento, in quanto riecheggiano con una certa rudezza modi tardoantelamici. Alla maniera di A. Toesca (1927) attribuisce il portale con leoni stilofori di S. Apollinare a Trento e quello della parrocchiale di Bolzano.
Bibliografia
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