ADAMO DA CREMONA
Della sua vita poco si conosce; egli stesso nel prologo del Regimen iter agentium vel peregrinatium si definisce "cantor ecclesiae". Il suo impegno scientifico è legato al fallimento della crociata del 1227: nel settembre di quell'anno le navi di Federico II salparono da Brindisi, ma dovettero interrompere la navigazione a Otranto a causa dell'insorgere di un'affezione gastrointestinale. Le circostanze che portarono al fallimento di quell'impresa militare richiesero la compilazione di un trattato di medicina militare, il su nominato Regimen iter agentium [...]; il testo fu redatto da A. che attinse ampiamente alla versione latina del Canon di Avicenna.
Infatti questo scienziato di corte volle, intorno al 1228, delineare come si dovesse preparare chi intendesse dedicarsi "ad liberandam terram sanctam de manis inimicorum" (Hönger, 1913, p. 8). Per questo come per altri spostamenti si trattava di disporre l'organismo a un viaggio che alterava le consuete condizioni di vita; tutto ciò poteva provocare un disequilibrio degli umori corporei poiché "repentinam mutationem natura non diligit" (ibid., p. 9). Occorreva dunque adattarsi a nuovi climi e ad alimenti diversi nonché "famem et sitim tolerare et iacere duriori lecto", occorreva abituarsi alle privazioni della quiete, del sesso, dei bagni, "ceterisque corporis deliciis" (ibid.) in modo che il ricordo di quelle consuetudini non causasse fenomeni di depressione. Sulla base di questi enunciati A. descrisse: le eventuali diete alimentari che dovevano essere diversificate per ciascun soggetto; come far fronte ad un'indigestione; i modi per sopportare la fame, la sete e il caldo; cosa fare per evitare gli animali velenosi e la diffusione di pidocchi e parassiti. Nel Regimen di A. ogni aspetto di quella cura corporis alla quale gli scienziati medievali dedicarono estrema attenzione venne esaminato minuziosamente. In effetti c'era già nel sec. XIII una diffusa consapevolezza della necessità che, per evitare il contagio, ci si dovesse garantire la purezza dell'acqua; ciò era stato già evidenziato da Avicenna (Libri Canonis, Lib. I, fen. 3, doctr. 5, p. 7) che aveva esortato a bollire e a filtrare l'acqua attraverso un panno e aveva anche suggerito di 'correggerla' con aceto o vino; suggerimenti questi che furono ripresi dal medico imperiale A. (Hönger, 1913, p. 41). Invenzioni significative che non portarono però innovazioni altrettanto determinanti nel campo dell'igiene pubblica giacché la 'pastorizzazione' delle bevande ‒ intuita da Avicenna e da A. ‒ si affermerà solo nel tardo sec. XIX con Louis Pasteur. Tuttavia alla corte di Federico II appare evidente che, accanto a esigenze e curiosità d'ordine enciclopedico testimoniate dall'opera di Michele Scoto o dal Libro di Sydrach, si affermò l'esigenza di affrontare e risolvere questioni scientifiche più circoscritte. Si possono a tal proposito annoverare: il De balneis di Pietro da Eboli sull'efficacia dei bagni termali di Pozzuoli, che l'imperatore svevo ebbe modo di sperimentare quando vi si recò dopo l'epidemia insorta alla partenza della crociata del 1227; l'opera di medicina redatta da Teodoro di Antiochia, autore di una Epistola de conservanda sanitatis ove si consigliano regole alimentari all'imperatore (Ein diätischer Brief, 1915-1916, p. 4) e di una Summa philosophie (Oxford, Bodleian Library, ms. Digby 152); l'Ippiatrica di Giordano Ruffo; il trattato in lingua d'oïl Régime du corps di Aldobrandino da Siena, a cui si attribuisce anche un De practica oculorum (Roma, Biblioteca Angelica, ms. V.3.4) composto intorno al 1234 (o forse nel 1256); la Epistola magistri Petri Hyspani missa ad imperatorem Fridericum super Regimen sanitatis (London, British Library, ms. Harley 5218, cc. 1-3); il ricettario del Maestro Bene medico dellomperadore Federigo (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. Ross. XI.7). In questo indirizzo scientifico rientra lo stesso De arte venandi, manuale strettamente orientato alla 'pratica' della falconeria e anche all'igiene e alla cura dei volatili.
Tutta l'opera di A. informa la produzione culturale federiciana e prefigura il concetto di contagio (Tramontana, 1999, p. 313; Paravicini Bagliani, 1991, p. 80) che verrà poi sviluppato da Fracastoro nel 1500. In particolare con il Regimen di A. si afferma l'idea che spetta solo al medico, in quanto depositario delle conoscenze, di prescrivere gli interventi opportuni che verranno poi praticati dal chirurgo o dal barbiere, e questo principio apre la strada alla 'medicalizzazione del trattamento sanitario' (McVaugh, Conoscenze mediche, 1994, p. 118) e quindi all'esercizio di medici autorizzati dal Regno in quanto hanno superato un vero e proprio esame di idoneità professionale previsto dalle Costituzioni melfitane (III, 45-46).
Fonti e Bibl.: Avicenna, Libri Canonis, Venetiis 1527; Pietro del Prato, Trattati di mascalcia attribuiti ad Ippocrate, tradotti dall'arabo in latino da Maestro Moisè da Palermo, Bologna 1865; A. Bartoli, Il libro di Sidrach, testo inedito del sec. XIV, ivi 1868; Le Régime du corps de maître Aldebrandin de Sienne, a cura di L. Landouzy-R. Pépin, Paris 1911 (Genève 1978); F. Hönger, Ärztliche Verhaltungsmassregeln auf dem Heerzug ins Heilige Land für Kaiser Friedrich II. geschrieben von Adam von Cremona, Diss., Leipzig 1913; Ein diätischer Brief an Kaiser Friedrich II. von seinem Hofphilosophen Magister Theodorus, a cura di K. Sudhoff, "Archiv für Geschichte der Medizin", 9, 1915-1916, pp. 1-9; R. Marichal, La langue de la traduction provençale du Livre de Sidrac (Paris, B.N., ms. fr. 1158), in Recueil de travaux offerts à M. Clovis Brunel, II, Paris 1955, pp. 205-222; A. Daneu Lattanzi, Codice miniato del 'De balneis' (Roma Bibl. Angelica, ms. 1474), Roma 1962; B. Prévot, La science du cheval au Moyen Âge. Le Traité d'hippiatrie de Jordanus Rufus, Paris 1991; Federico II di Svevia, De arte venandi cum avibus, a cura di A.L. Trombetti Budriesi, Bari 2000; Sydrac le philosophe: le livre de la fontaine de toutes sciences, a cura di E. Ruhe, Wiesbaden 2000. A. Paravicini Bagliani, Medicina e scienze della natura alla corte dei papi nel Duecento, Spoleto 1991; M. McVaugh, Conoscenze mediche, in Federico II e le scienze, a cura di P. Toubert-A. Paravicini Bagliani, Palermo 1994, pp. 109-121; Id., Medical Know-ledge at the Time of Frederick II, in Le scienze alla corte di Federico II, Turnhout 1994, pp. 3-17; D. Ruhe, La 'Roe d'Astronomie'. Le livre de Sidrac et les encyclopédies françaises du Moyen Âge, in L'enciclopedismo medievale, a cura di M. Picone, Ravenna 1994, pp. 293-309; S. Tramontana, Il Regno di Sicilia. Uomo e natura dall'XI al XIII secolo, Torino 1999.