MARCORI, Adamo Luigi.
– Nacque a Sansepolcro, secondogenito di Marzio e di Caterina Biondi, e fu battezzato nella cattedrale della città l’8 luglio 1756. La prima notizia documentata sul M. riguarda l’incarico di maestro di cappella, ottenuto il 7 ott. 1783, presso S. Maria della Pieve in Arezzo, dove dal 1781 serviva come sacerdote il fratello maggiore Giuseppe Luigi Zanobio. Di qui prese congedo il 17 ott. 1789 per un impiego più redditizio, forse già presso la chiesa di S. Filippo Neri a Perugia, confermato da varie fonti tra il 1791 e il 1796.
All’ufficio della professione il M. affiancò in quegli anni l’impegno di direttore e di compositore nelle principali feste dell’Aretino, Sansepolcro e Perugia, istituendo rapporti con i teatri locali, come si legge nei libretti delle opere La vendemmia di G. Gazzaniga (1795) e Il pittor parigino di D. Cimarosa (1796), in cui è indicata la presenza al clavicembalo o è riportata la dedica a suo nome. Inizialmente il M. aveva nutrito nei confronti dell’attività operistica ben altre ambizioni, maturate e probabilmente deluse con la messa in musica de La dispettosa in amore, andata in scena nell’autunno del 1791 al teatro dei Fiorentini di Napoli, forse grazie al tramite dell’illustre collega napoletano L. Caruso, maestro di cappella del duomo di Perugia.
Propiziato dalla rinunzia del fiorentino G. Magnelli, vincitore del concorso bandito il 25 giugno 1793 (cui parteciparono anche D. Crudeli e F. Rutini), il 22 marzo 1796 il M. tornò a occupare l’antico posto in Arezzo, ma con uno stipendio di 90 scudi in luogo dei 50 percepiti tredici anni prima. Nell’agosto del 1799 l’interessamento dell’arcivescovo A. Franceschi favorì il suo definitivo passaggio al ruolo di maestro di cappella del duomo di Pisa con il cospicuo onorario di 100 scudi, ancora una volta in stretta relazione alla carriera del fratello, priore dell’ospedale dei Trovatelli e, dal gennaio del 1805, cappellano della primaziale di Pisa. La corrispondenza ne scandisce i tempi: il 15 agosto il M. accolse l’invito, ma ne differì l’ufficializzazione al 22 agosto, in coincidenza con il ricevimento delle dimissioni dalla parte aretina; alla fine di ottobre finalmente prese servizio, dopo un paio di mesi occorsi per sistemare i propri affari.
Sul versante pubblico e artistico due avvenimenti certificano la posizione di rilievo e di prestigio del M.: da una parte, nel 1802, la polemica del maestro di cappella della chiesa dei Cavalieri di S. Stefano, F.M. Gherardeschi, sulla violazione del concordato che regolava il reciproco invito fra le due cappelle nelle cerimonie solenni (Barandoni, pp. 100 s., 337); dall’altra la lusinghiera recensione apparsa il 25 luglio 1801 nella Gazzetta toscana per la festa di S. Ranieri, in particolare in merito all’oratorio del M. Isacco figura del Redentore. Non si trattava, tuttavia, di una première, essendo attestate esecuzioni, con o senza ritocchi, almeno a Spello e a Sansepolcro (1791), a Perugia (1792), ad Arezzo (1793) e a Fabriano (1796).
Gli anni pisani furono segnati dalla consuetudine con il diplomatico danese barone H. Schubart e la moglie, Elise Wieling, sin dal loro arrivo nell’autunno 1802. I compleanni dei coniugi divennero occasioni per la composizione di cantate e brani di circostanza (usufruendo per l’esecuzione dei musicisti del duomo), dal 1806 sui testi di O. dal Borgo, segretario privato del barone; la collaborazione si consolidò con l’apprezzato adattamento della commedia Les deux billets (1779) di J.-P. de Florian, replicata diverse volte in una sala di casa Schubart a Pisa sistemata a guisa di teatrino. Nel 1802 la baronessa adottò la figlia del M., Bettina; di un altro figlio del M., Angelo, resta una traccia come sostituto di alcuni professori del duomo.
Il M. morì il 25 apr. 1808 a Montenero, presso Livorno.
Schubart, presso cui il M. era ospite, nell’autobiografia descrisse la morte del M. con tinte enfatiche, in associazione alla scomparsa della consorte, avvenuta nel 1814.
Il M. fu sepolto nell’atrio del santuario di Montenero. Un significativo necrologio uscì nel Magasin encyclopédique, accompagnato da quello del rivale Gherardeschi, con cui peraltro il M. aveva condiviso il titolo di socio onorario per la IVª classe dell’Accademia italiana di scienze, lettere ed arti (Livorno 1807): Schubart vi figurava tra i membri d’onore, mentre segretario perpetuo della stessa classe era quel J.P. Schulthesius, illustre predicatore e musicista cui il M. scriveva da Pisa per conto della baronessa.
Le composizioni del M. sono conservate in varie biblioteche italiane ed estere, cfr. B. Brumana, Il fondo musicale dell’Archivio di S. Pietro a Perugia. Catalogo, Perugia 1986, pp. XVIII, 48 s.; Id., L’Archivio musicale della cattedrale di S. Lorenzo a Perugia. Catalogo, Perugia 1993, p. 51; Répertoire international des sources musicales, A/II, on line, e altre banche dati in rete.
Musica sacra: messa (Kyrie, Gloria e Credo) per tenore, basso, archi e continuo; Credo a 4 voci e orchestra (1783); 2 introiti (Gaudeamus, del 1802, per soprano, tenore, coro e orchestra; Miserebitur per coro e archi); Offertorio in Pastorale per la messa di Natale a 3 voci e continuo; Graduale - Offertorio - Post Communio - Pange Lingua per soprano, due tenori, basso e continuo; Christus - Miserere a 3 voci e continuo; Christus; 12 salmi a 4 voci e continuo per tutto l’anno (Domine ad adiuvandum, Dixit Dominus, Confitebor, Beatus vir, Laudate pueri, Laudate Dominum, Laetatus sum, Magnificat, Nisi Dominus, Lauda Ierusalem, Credidi, In convertendo); 5 antifone per 4 voci e continuo; 27 responsori a 4 voci e continuo per la settimana santa; 5 lamentazioni per voce (soprano, tenore, basso), archi e continuo per la settimana santa; lauda a 3 voci (Begl’occhi pietosi). Musica profana: 2 cantate (Salve, o dì caro ad Imene, 1803; Sorga di gioia il canto per soprano, tenore, basso e orchestra); l’aria E la nostra poesia per basso e orchestra.
Fonti e Bibl.: Arezzo, Archivio capitolare, S. Maria della Pieve, Decreti, 1762-85 (7 ott. 1783), 1786-1805 (17 ott. 1789, 22 marzo 1796, 22 ag. 1799); Arch. di Stato di Arezzo, Archivio Albergotti, 13: A. Albergotti, Memorie per servire alla storia di Arezzo, VI, 1827, p. 988; Pisa, Arch. dell’Opera della Primaziale, Affari diversi, b. 179, f. 5 (3 lettere autografe, rispettivamente in data 15 agosto, 16 settembre, 7 ott. 1799); Arch. di Stato di Pisa, Arch. dell’Opera della Primaziale, Entrata e uscita di contanti, 423 (1799, cc. 71-73, 75-76, 80), 424 (1800, cc. 32, 34, 37, 39, 41, 43, 45-46, 49, 52-53, 55-56, 58, 61, 63, 65, 67, 70-71, 73, 75-76, 78, 80, 82, 85); ibid., Mandati a uscita, 634 (1796-99, nn. 220, 235, 242, 250, 263); ibid., Copia di mandati, 674 (1799: riporta le uscite del n. 634; 1800, nn. 2, 12, 31, 37, 50 s., 63, 69, 78, 93, 104, 110, 122, 125, 135, 148, 158, 166, 168, 179, 194, 196, 207, 217, 223, 233, 242, 252, 270; 1801, nn. 4, 10, 23, 30, 39, 43, 49, 59, 61, 69, 75, 83, 94, 102, 107, 117, 126, 130 s., 142, 157, 163, 182, 189, 199, 206, 229, 248; 1802, nn. 4, 11, 19, 25, 32, 49, 76, 92, 97, 100, 126, 140 s., 145, 171, 200, 210, 235, 253; 1803, nn. 6, 31, 42, 56, 66, 82, 94, 100, 102, 133, 150, 156, 186, 198, 201, 211, 228; 1804, nn. 7, 20, 27, 46, 57, 59, 72, 88, 107 s., 137, 152, 154, 157, 185, 196, 212, 227; 1805, nn. 6, 21, 40, 64 s., 82, 104, 106, 128, 151 s., 174, 197, 218, 238); ibid., Conti correnti, 1070 (nn. 293: lettera autografa in data 22 ag. 1799, con apposta nota di conto; 308, 308/1); Montenero, Arch. parrocchiale, Registri dei morti (26 apr. 1808); Sansepolcro, Arch. vescovile, Libro del battesimo della cattedrale, 1713-63, lettera A (8 luglio 1756); Pisa, Biblioteca universitaria, Mss., 675/265 (lettera a J.P. Schulthesius, 29 dic. 1804); Gazzetta toscana, 1788, n. 33; 1791, nn. 9, 34, 41; 1793, n. 22; 1794, nn. 7, 9; 1795, n. 3; 1796, n. 25; 1801, n. 27; 1802, n. 44; 1805, n. 4; 1807, n. 19; 1808, n. 19; Catalogo dei soci dell’Accademia italiana preceduto dalla sua costituzione, Livorno 1807, p. 17; Magasin encyclopédique, 1809, t. I, p. 135; U. Viviani, Storia dei 287 anni di vita del teatro Grande della P. Fraternita dei laici in Arezzo, Arezzo 1935, pp. 74, 82; E. Colombani, Catalogo della collezione d’autografi lasciata alla R. Accademia filarmonica di Bologna dall’accademico M. Masseangeli, Bologna 1969, p. 209; B. Brumana, Per una storia dell’oratorio musicale a Perugia nei secoli XVII e XVIII, in Esercizi. Arte musica spettacolo, III (1980), pp. 97-167; A. Timpanaro Morelli, Alcune note sul barone di Schubart, in Critica storica, XVIII (1981), pp. 467-510; F. Baggiani, Musicisti in Pisa. I maestri di cappella della Primaziale, in Boll. stor. pisano, LI (1982), pp. 271-294 (in partic. pp. 289 s.); B. Brumana, Il teatro musicale a Perugia nel Settecento: una cronologia dai libretti, in Esercizi. Arte musica spettacolo, VI (1983), pp. 71-134; Da Montenero a Sollerup. L’Autobiografia di H. Schubart (1756-1832), Odense 1994, I, pp. XIX, XXXIII, 362-364, 421 s., 435, 437 s., 442, 526 s.; E. Barellai, Un diplomatico danese in Italia nell’Ottocento: H. Schubart ed Elise Wieling, a cura di E. Barellai, Odense 1998, passim; S. Barandoni, F.M. Gherardeschi (1738-1808): musicista «abile e di genio» nel Granducato di Toscana, Pisa 2001, pp. 100 s., 336-341; T. Yamada, L’attività e la strategia di G. Blanchi impresario dei teatri napoletani nella seconda metà del Settecento, in Quaderni dell’Archivio storico - Istituto Banco di Napoli, Napoli 2005, pp. 95-116; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, V, p. 451; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, VI, p. 319; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, p. 831.