ADDIGRÀT o Adigrat (in tigrino ‛addi grāt "paese dei campi" (A. T., 116-117;)
Capoluogo dell'Agamé, nel Tigré orientale, a m. 2527 sul mare. Sorge su di un'altura in una fertile conca, fra alti monti, sulla via che dall'Eritrea per Senafé conduce a Macallé ed alla grande carovaniera dell'Abissinia orientale. Non ha precedenti storici notevoli; la sua importanza non sembra andar oltre i tempi di Sabagadis. Nella campagna italo-etiopica del 1895-96 fu il centro dei rifornimenti dell'esercito del generale Baratieri; dopo la battaglia di Adua, la sua guarnigione vi fu investita dagli Abissini, sino a che il generale Baldissera poté provvisoriamente rioccupare la posizione (4-18 maggio 1896), cedendola a rās Mangascià dopo averne distrutto il forte. In seguito a razzie di deggiàč Hagòs Tafarì contro gli Omartu, il colonnello V. Trombi si spinse ancora in Addigràt, capitale di quel capo, e la dette alle fiamme (25 settembre 1901). Nelle vicinanze vi è una missione di Lazzaristi francesi; la provincia, al pari del vicino Acchelé Guzai, novera infatti un certo numero di cattolici, i cui antenati si convertirono, al tempo dei Portoghesi, alla chiesa romana.