additivi
Un'aggiunta per migliorare le merci
Per migliorare le caratteristiche delle merci vengono aggiunte sostanze estranee chiamate additivi. Gli additivi sono suddivisi in base ai loro effetti e alcuni si sono rivelati dannosi per l'uomo e per l'ambiente. In Europa quelli per alimenti sono classificati con la lettera E seguita da un numero
e sono indicati sulle confezioni
Un additivo può essere una sostanza semplice o una miscela complessa di sostanze naturali, artificiali o sintetiche che viene aggiunta, di norma in piccole quantità, a un prodotto per esaltarne specifiche proprietà, correggerne difetti, migliorarne la conservabilità.
Nel 20° secolo lo sviluppo dell'industria chimica ha molto incrementato il numero degli additivi per alimenti e per prodotti non alimentari. Ne volete una prova? Leggete gli ingredienti di qualche alimento confezionato. Solo latte fresco, yogurt al naturale, olio extravergine di oliva, zucchero, miele, pasta secca risulteranno sempre privi di aggiunte in quanto la normativa non lo consente. In quasi tutti gli altri cibi conservati, invece, vi sono additivi. Le etichette vanno lette, e non solo quelle per gli alimenti!
Gli additivi non alimentari sono quasi tutti ottenuti attraverso processi chimici e molti derivano dal petrolio. Additivi stabilizzanti, antifumo, antidetonanti si aggiungono ai carburanti. Additivi antiossidanti si mettono nei lubrificanti; quelli essiccanti, antimuffe, fosforescenti nelle vernici; i plastificanti nelle resine. Tutto considerato, sono veramente pochi i prodotti in commercio privi di additivi.
L'uso di aromi, la salatura, l'affumicatura da sempre consentono di preservare alimenti deperibili e di rendere gustosi cibi insipidi o addirittura quasi disgustosi. Il clima e le tradizioni influenzano le tecniche di conservazione. Nei paesi caldi, per esempio, prevale l'uso di spezie ‒ le quali sono additivi naturali ‒ aromatiche o piccanti che coprono un possibile odore di rancido dei grassi. Nei paesi freddi il sale aiuta a eliminare l'eccesso di acqua e l'affumicatura aggiunge un effetto antimicrobico e aromatizzante.
Oggi sono definiti naturali anche gli additivi che copiano quelli che si trovano in natura, mentre sono artificiali quelli ottenuti modificando sostanze naturali, e sintetici quelli creati nei laboratori.
Gli additivi si utilizzano anche nelle medicine e, come integratori, negli alimenti del bestiame, per esempio al fine di ottenere tuorli d'uovo più colorati.
La richiesta di alimenti vari e di buona qualità a costi accessibili, i nuovi stili di vita e, talvolta, le mode hanno incrementato il consumo di alimenti conservati, precotti, surgelati, dietetici.
Gli additivi sono classificati in base ai loro effetti. Conservanti, antimicrobici, antiossidanti mantengono inalterate le proprietà organolettiche del prodotto, cioè le caratteristiche (come il sapore) di una sostanza percepibili dai nostri sensi. Dolcificanti, addensanti, esaltatori di sapidità facilitano la lavorazione e danno gusto e consistenza. I coloranti restituiscono all'alimento il colore perso nel processo di lavorazione industriale e standardizzano il prodotto finito.
Nell'Unione europea la normativa sugli additivi indica quelli ammessi e il livello di concentrazione massima consentito negli alimenti. Naturalmente l'uso di additivi per mascherare la qualità scadente di un alimento è sempre vietato.
Quando un additivo supera l'esame sulla sua sicurezza viene catalogato con una lettera E, seguita da un numero. Per esempio E 621 indica glutammato di sodio, che esalta il sapore.
Nel recente passato l'uso di additivi rivelatisi in seguito tossici, cancerogeni o non biodegradabili ha contribuito ad alimentare il dibattito sui rischi connessi all'uso di tali sostanze. Chi è favorevole fa notare che i controlli sono numerosi e imparziali, chi è contrario evidenzia i limiti dei test eseguiti su animali, che non tengono conto degli effetti dovuti all'azione concomitante di additivi diversi. In ogni caso è preferibile avere un'alimentazione varia, scegliere cibi freschi e di stagione, tenendo conto che quanto più un cibo è scadente tanto più si ricorre agli additivi.