addosso (a dosso)
L'avverbio compare due sole volte nelle Rime, quattro nella Commedia e due nel Fiore. Il significato dominante è " sulle spalle ", " sul dorso ", " sulla persona "; così in Rime L 33 tutti incarchi sostenere a dosso / de' l'uomo (affine uso linguistico venato di cadenza gnomica in Paolo da Certaldo, che nel Libro dei buoni costumi [ed. A. Schiaffini, Firenze 1945, 55] afferma: " non ti porre tal peso a dosso che tu nol possi portare "), e CXVI 57 quel trono che mi giunse a dosso. Usi affini anche nella Commedia in cui troviamo: O Rubicante, fa che tu li metti / li unghioni a dosso, sì che tu lo scuoi! (If XXII 41), e se l'altro non ti ficchi / li denti a dosso (XXX 35), in passi da rapportare a Fiore XXIV 11 Gelosia gli mette addosso mano, e per certo gusto icastico a G. Villani (VIII 63): " niuno ebbe ardire di toccarlo o non piacque loro di porgli mano addosso ". Negli altri luoghi si passa dalla funzione più sintattica che espressiva di Pg X 135 e Fiore LXIII 12, alla scena animatissima di If XXI 68 Con quel furore e con quella tempesta / ch'escono i cani a dosso al poverello, dove il sintagma a dosso al equivale a un " sopra ", " contro ".