• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

adduarsi

di Federigo Tollemache - Enciclopedia Dantesca (1970)
  • Condividi

adduarsi

Federigo Tollemache

. Parasinteto verbale, con una sola occorrenza in Pd VII 6 Così, volgendosi a la nota sua, / fu biso a me cantare essa sustanza, / sopra la qual doppio lume s'addua. Il verbo, usato riflessivamente, significa " addoppiarsi ", o, forse meglio, " accoppiarsi ", " congiungersi ". Molto si discute, tuttavia, sull'interpretazione da dare al soggetto doppio lume, espressione in sé stessa indeterminata. L'interpretazione più ovvia, difesa dal Torraca e dallo Scartazzini, è quella di riferire il termine alla ‛ claritas ' e al ‛ felix ignis ' della terzina precedente. Ma, poiché il doppio lume sembra proprio una caratteristica di Giustiniano, alcuni commentatori antichi (Ottimo, Benvenuto), seguiti da non pochi moderni (Sapegno, Mattalia) vedono indicata nell'espressione la gloria delle leggi e delle armi, ciò che s'accorda bene con quanto Giustiniano stesso afferma nel proemio delle Istituzioni. E tale interpretazione ci sembra confermata dall'accostamento fatto da altri studiosi con Costanza (Pd III 109-111) e Arrigo (XXX 133-135), anch'essi distinti dagli altri beati. Da notare che a., uno dei sei parasinteti verbali danteschi con radicale numerale, è di conio dantesco. Il Pézard (ad l.) è invece dell'opinione che il verbo non sia derivato di ‛ due ', ma riprenda l'antico francese s'adouer, " accoppiarsi " (detto di animali), a sua volta accostabile etimologicamente a doue, douve, " doga ": a. potrebbe pertanto essere doppione di ‛ addovare ' o ‛ addogare ', " listare a strisce ", e designare due raggi accoppiati.

Bibl. - Parodi, Lingua 203-284; F. Tollemache, Le parole composte nella lingua italiana, Roma 1945, 145.

Vocabolario
addüare
adduare addüare v. tr. [der. di due], ant. – Addoppiare, accoppiare; intr. pron., formare coppia: Fu viso a me cantare essa sustanza, Sopra la qual doppio lume s’addua (Dante).
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali