CORTESI, Adelaide
Figlia del coreografo Antonio e della ballerina Giuseppa Angiolini e sorella del compositore Francesco, nacque a Milano nell'ottobre dell'anno 1828. La sua educazione artistica cominciò in giovanissima età a Firenze dove prese lezioni di canto dal maestro Ferdinando Ceccherini. Debuttò al teatro di corte di quella città in un concerto che la vide a fianco della già celebre Marianna Barbieri Nini; esordì come protagonista in Emma di Vergy di G. Donizetti, rappresentata alla Pergola di Firenze il 7 maggio 1847.
Andrea Alpini, corrispondente del giornale Il Pirata, sottolineò "la fortunata comparsa [della C.] e le grandi e reiterate acclamazioni che la salutarono al suo primo apparire"; e ancora: "...nel secondo atto l'entusiasmo del pubblico crebbe talmente per la giovane esordiente da trasportarlo ad applausi vivissimi" (Il Pirata, 14 maggio 1847). Lo stesso periodico in data 4 giugno riportò varie critiche apparse in molti giornali, tutte molto lusinghiere per la cantante.
Tuttavia poco dopo, i toni trionfalistici con cui era stato accolto l'esordio della C. si andarono spegnendo e un suo tentativo, forse azzardato, di ampliare il proprio repertorio in una direzione probabilmente troppo ambiziosa per le sue possibilità costò alla cantante critiche piuttosto amare sia da un punto di vista vocale sia interpretativo: infatti dopo aver debuttato alla Pergola nella Norma di V. Bellini, la C. affrontò con la stessa opera l'impatto con l'esigente pubblico scaligero il 1° genn. 1848 e la critica apparsa il 5 gennaio sulla Gazzetta musicale di Milano non solo indirizzò i suoi strali sulla "voce della giovinetta cantante attrice che apparve non bastante pel vasto recinto della Scala", ma ne criticò anche l'affettazione nell'atteggiamento del volto sostenendo che "il sistema della bocca sorridente poteva venir abbandonato dal giorno in cui le musiche teatrali non terminavano più i loro pezzi colla parola felicità".
Dopo alcune repliche del lavoro, "la rivoluzione, la guerra, la chiusura dei teatri nel Veneto e in Lombardia e più che altro l'ostinazione dell'impresario [Bartolomeo] Merelli a non volerla sciorre dal suo contratto, inoperosa la tennero infino all'autunno dello stesso anno. Tornò a quell'epoca a calcare le massime scene della Scala coll'Ernani e con altre opere" (F. Regli, Dizion. biografico, p. 142). La sospensione dell'attività della C. non corrisponde al periodo indicato dal Regli in quanto la cantante solo il 3 genn. 1849 partecipò come Elvira nell'Ernani di G. Verdi ed alla fine di quel mese pare abbia fatto una fugace apparizione in Linda di Chamonix di G. Donizetti per sostituire Daria Nascio. Sempre alla Scala la C. fu Romeo ne I Capuleti e i Montecchi di Bellini e nell'omonima opera di N. Vaccai che fu rappresentata il 10 marzo dello stesso anno. Dalla Scala la C. passò alla Canobbiana in L'elisir d'amore di Donizetti (19 apr. 1849), quindi ne La sonnambula di Bellini (22 maggio), L'ajo nell'imbarazzo di Donizetti (19 giugno), Il domino nero di Lauro Rossi (1° settembre) ed i Lombardi alla prima crociata di Verdi (10 novembre). Da Milano la C. si recò a Venezia al teatro La Fenice per cantare in Elisabetta di Valois di A. Buzzolla (febbraio 1850) e in Medea di G. Pacini (9 marzo).
Dopo essere stata al teatro Nuovo di Verona per Il domino nero (2 aprile) e L'elisir d'amore (maggio) la C. si trasferì a Pietroburgo per sostituire Giulia Grisi. Il suo esordio russo avvenne ne I Lombardi (ottobre 1850), cantò poi in Norma (novembre), in Lucrezia Borgia di Donizetti (dicembre) e probabilmente in altre opere programmate al teatro Imperiale. Ingaggiata a Vienna dalla compagnia del Kärtnertortheater per una serie di spettacoli, risulta che la C. abbia cantato solo ne Ildomino nero dato nel maggio 1851. Tornata in Italia venne scritturata come prima donna dal teatro S. Carlo di Napoli dove l'8 ott. 1851 affrontò di nuovo la dura prova della Norma di fronte ad un pubblico italiano. Sempre al S. Carlo la C. cantò in Lucia di Lammermoor di Donizetti (novembre), in Saffo di Pacini (fine novembre), in Malvina di Scozia di Pacini (27 dicembre) ed in Gemma di Vergy di Donizetti (gennaio 1852).
In occasione di questi spettacoli la C. ebbe dalla critica benevoli consensi ad eccezione del corrispondente della Gazzetta musicale che giudicò severamente le sue doti vocali e sottolineò come "ancor che sembri esperta nell'arte del canto, non ha la forza vocale sufficiente per cantare le parti scritte per soprano" 19 ott. 1851). Da Napoli la C. si recò a Ravenna per il Roberto di Piccardia di G. Meyerbeer (maggio 1852) e per Medea di Pacini (giugno).
In entrambe le opere ottenne un clamoroso successo, soprattutto nel Roberto a proposito del quale si scrisse che "La prima donna signora Cortese, non a torto dichiarata di alto cartello, riscosse plausi, in ambo le sere, del più grande entusiasmo. Ella fa della sua voce pieghevole ed estesissima tutto ciò che più le piace" (Teatro arti e letteratura, 22 maggio 1852). Figurava in cartellone anche la sua partecipazione alla Lucia di Lammermoor, ma non è dato sapere se e quando detta opera sia stata data (P. Gironi, p. XXXII).
Nel 1853 la C. tornò in Russia per cantare ad Odessa in Saffo (marzo 1853), La figlia del reggimento di Donizetti (giugno), I Lombardi di Verdi e Maria di Rohan di Donizetti (settembre).
In un articolo del Journal d'Odessa, riportato questa volta da L'Arte del 6 agosto viene messa in risalto "la bella maniera con cui ... declama le parole d'indignazione" e come ella sappia "servirsi delle braccia per i gesti più energici senza prendere attitudini di pugilatore".
Poiché il soggiorno della C. in Russia si prolungò fino ai primi mesi del 1854 è probabile che ella si sia esibita in altre opere che non ci sono note. La ritroviamo a Trento nel Trovatore di Verdi (giugno 1854) e successivamente alla Pergola di Firenze nella Traviata di Verdi (settembre), in Poliuto di Donizetti (ottobre) ed in Gastone di Chanley di V. Capecelatro (novembre).
Continuando la serie dei suoi spettacoli fu al teatro Ducale di Parma in Luisa Miller di Verdi (dicembre 1854), nella Traviata e nel Trovatore dati entrambi nel gennaio 1855 e in Micaela del fratello Francesco (17 febbraio), poi al teatro delle Muse di Ancona, nella Traviata (aprile) ed in Medea (maggio) e successivamente al teatro Comunale di Faenza nella Traviata (giugno) e nel Trovatore (luglio). La ritroviamo al teatro dei Signori Condomini di Macerata nella Traviata (agosto) e ne I due Foscari di Verdi (settembre), al teatro Leopoldo di Livorno nel Trovatore (ottobre) ed al Comunale di Bologna ancora nella Traviata (dicembre).
In seguito fu alla Fenice di Venezia nuovamente nella Traviata e nel Don Sebastiano di Donizetti (entrambe nel gennaio 1856), nella Norma (febbraio) ed in Pietro d'Abano di G. Apolloni (marzo). Si esibì ancora al Comunale di Forlì con la Medea (giugno) e La Favorita di Donizetti (fine giugno) ed al teatro Eretenio di Vicenza con Don Sebastiano (luglio), Medea ed Ernani entrambe nell'agosto dello stesso anno. Sulla Medea data a Forlì L'Arte del 25 giugno 1856 scrisse che la C. possedeva "un accento ed una espressione drammatica unica, con voce robusta ed estesissima... secondo anche la valevolissima opinione dell'Illustre autore della Medea". Subito dopo Vicenza la C. venne scritturata dal teatro Argentina di Roma dove cantò in Roberto di Piccardia (30 settembre), in Adriana Lecouvreur e la duchessa di Bouillon di E. Vera (novembre) e nella Medea, probabilmente nello stesso mese di novembre.
Sulla prima dell'opera Adriana ci viene riportato da M. Rinaldi il seguente gustoso episodio: "Al pezzo finale mentre Adriana sta per morire, il povero tenore De Antonis, forse indisposto pur esso per la poco lieta accoglienza fattagli dal pubblico, uscito quasi di senno, faceva un'altalena di genuflessioni e controscene così voluttuose da far ridere il pubblico. La morente, che invano provavasi di impietosire l'uditorio, si sdegna, dà un manrovescio al tenore, riacquista le forze, e sana e salva, voltate le spalle al pubblico e agli attori si ripara dietro le quinte ..., Ma si voleva fuori la donna. Ed ecco la Cortesi appare e sviene sulle braccia del maestro fra fischi universali" (Gazzetta musicale cit. in M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, pp. 914 s.).
Dopo essere stata nel gennaio 1857 al teatro Pagliano di Firenze per cantare in Medea e nella Traviata, la C. iniziò una lunga tournée in America che la portò prima in Messico, ove rimase molti mesi, poi a New York, a Boston, all'Avana ed in altre città. Si ignora quanto sia durata questa tournée che comunque deve essersi prolungata per vari anni in quanto agli inizi del 1860 la C. cantava all'Avana nell'opera Elnava di E. Petrella e si presume che a Cuba abbia concluso la sua carriera, poiché non risulta che in seguito avesse ripreso a cantare in Italia. Secondo R. Celletti "si ritirò ancor giovane in seguito al matrimonio col banchiere Servadio" (Enc. dello Spett., col. 1536). Comunque tra i protagonisti della Traviata data ad Ancona nel 1855 il cognome della C. appare come Cortesi Crippa e questo doppio cognome figura anche in calce al ritratto fattole in quell'occasione (P. Arrigoni-A. Bertarelli, Ritratti di musicisti ed artisti, p. 81). Attiva nei più importanti teatri della penisola si esibì costantemente anche in centri minori ove portò con uguale entusiasmo il suo vasto repertorio. Secondo l'Encicl. dello Spett. era ad Amsterdam nel 1859 (col. 1536).
La C. fu uno dei pochi soprani drammatici italiani operanti verso la metà del XIX secolo, che per costante ed unanime giudizio potesse unire una perfetta esecuzione canora ad una efficace interpretazione scenica e che seppe scegliere con grande intelligenza un repertorio, vasto ma molto caratterizzato, che risultasse adatto alle sue doti naturali. Dopo le prime discusse prove fatte sugli spartiti belliniani ebbe il coraggio di abbandonare questo repertorio, che riprese solo nelle sue esibizioni all'estero o in occasionali ed obbligate "scelte di programmazione, e fece inserire in cartellone ad ogni tappa delle sue tournées la Medea o La Traviata che risultavano più congeniali al suo temperamento di attrice sensibilissima. Cantante prediletta di Pacini, che la volle interprete di molti suoi lavori, seppe anche coprire con estrema sicurezza tutti quei ruoli che le opere di Verdi e di Donizetti potevano offrirle.
Morì nel 1889 a Castiglion Fiorentino.
Fonti e Bibl.: Critiche in Il Pirata, 14 maggio 1847, 15 genn. 1849; Gazzetta musicale di Milano, 5 genn. 1848, 24 febbr. 1850; L'Omnibus, 11 ott. 1851; Teatri arti e letteratura, 23 ott. 1851, 22 maggio 1852, 28 luglio 1853; L'Arte, 6 ag. 1853, 25 giugno 1856; F. Formenton, Storia del teatro Eretenio, Vicenza 1868, p. 83; P. Cambiasi, Rappresentaz. date nei R. Teatri di Milano 1778-1872, Milano 1872, pp. 56 s., 106 s.; L. Bignani, Cronologia di tutti gli spettacoli rappresentati al gran teatro Comunale di Bologna, Bologna 1880, p. 158; P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico musicali e coreogr. a Parma 1628-1883, Parma 1884, pp. 242 s.; P. Gironi, Il teatro Comunale di Ravenna nel sec. XIX, Ravenna 1902, pp. XXXII, 13; G. Crociani, I teatri di Reggio, Reggio Emilia 1907, p. 72; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Ritratti di musicisti e artisti di teatro..., Milano 1934, p. 81; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte 1778-1963, Milano 1964, I, pp. 126 s.; II, Cronologia, p. 47; M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, II, Firenze 1978, pp. 914 s.; F. Regli, Diz. biografico, Torino 1860, pp. 144 s.; Enc. dello Spett., Roma 1955, coll. 1535 s.