ADELCHI (Adelgiso)
Figlio di Radelchi I, successe al fratello Radelgario nell'853, come principe dei Longobardi di Benevento. Nella successione della dinastia beneventana che fa capo a Radelchi, A. occupa un posto di considerevole rilievo negli eventi della Longobardia minore, all'indomani della rottura della sua unità (849: divisione dei gastaldati ad opera di Ludovico II), quando, priva di salde strutture politiche, l'Italia meridionale, per tutta la seconda metà del sec. IX, si offrì facilmente alle incursioni saracene di Halfūn e dei suoi successori. Ad una tenace lotta contro di essi si dedicò A., che, raccogliendo le forze locali, tentò una spedizione contro il più audace e avveduto dei capi saraceni, Sawdān, assalendolo in Bari (860). Ma fu impresa sfortunata: A., battuto, venne a patti con Sawdàn e s'impegnò a pagargli un tributo annuo dandogli in ostaggio una figlia, senza peraltro che queste trattative distogliessero i Musulmani da ulteriori rapine. I gastaldi Maielpoto di Telese e Guandelperto di Bovino continuarono la lotta, ottenendo l'aiuto e l'intervento di Lamberto duca di Spoleto e Gerardo conte dei Marsi; ma Sawdān ebbe ragione di loro, che, ad eccezione di Lamberto, perirono in battaglia. Di qui l'invito da parte di A., del vescovo conte di Capua Landolfo e degli abati cassinese e volturnese a Ludovico II, perché scendesse "ad tuitionem perditae patriae". Fu questa la terza spedizione dell'imperatore nell'Italia meridionale (866-71), che si concluse con successo, anche per il concorso degli aiuti bizantini inviati dall'imperatore Basilio, con la liberazione di Bari (3 febbr. 871), in cui egli catturò Sawdān, che consegnò ad Adelchi. Il successo dell'imperatore e gli atteggiamenti della sua politica riaccesero però la coscienza nazionale longobarda: preoccupato del predominio franco, A. - e non fu estraneo il consiglio del suo astuto prigioniero, Sawdān, che la leggenda tramandò col nome di "Savio di Bari" - si indusse a catturare l'imperatore con la moglie Angelberga e lo tenne prigioniero dal 13 agosto al 17 sett. 871: fu questo un evento che suscitò molta commozione, come è attestato dal ritmo abecedario De captivitate Ludovici imperatoris, che corse per l'Europa. A., per questo, continuò a rappresentare uno dei momenti della forte tendenza nazionalistica che era sempre stata viva nei Longobardi del sud. Dopo che fu liberato l'imperatore, impegnato con un solenne giuramento a non ritornare a Benevento, A., nella dieta imperiale tenuta in Roma alla presenza di Adriano II, fu dichiarato dal senato romano "tiranno e nemico della repubblica". La guerra decretata contro di lui lo indusse a rivolgersi per aiuti all'imperatore d'Oriente, Basilio. Divenuta del tutto instabile la situazione interna beneventana, egli venne ucciso da una congiura di palazzo ordita dai suoi nipoti e generi, nell'878.
Aveva sposato Adeltrude, il cui nome è ricordato una sola volta in un atto del Liber preceptorum Beneventani monasteri S. Sophiae, e da lei aveva avuto vari figli, tra i quali Radelchi, Aione ed Ageltrude, andata sposa a Guido di Spoleto.
Fonti e Bibl.: Anecdota Ughelliana, in F. Ughetli-N. Coleti, Italia sacra, Venetiis 1722, col. 455; Chronica S. Benedicti Casinensis, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum, Hannoverae 1878, p. 475; Erchemperti Historia Langobardorum Beneventanorum, ibid., pp. 242, 247-249; Monumenta ad Neapolitani ducatus historiam pertinentia, a cura di B. Capasso, I, Neapoli 1881, p. 92; Reginonis Chronicon, a cura di F. Kurze, in Monumenta Germ. Hist. in usum scholarum, Hannoverae 1890, pp. 104-105; Chronicon Salernitanum, a cura di U. Westerbergh, Stockholm 1956, pp. 3, 86, 93, 103, 106, 121, 124, 126, 131, 133-135, 137, 142; G. Gay, L'Italia meridionale e l'impero bizantino dall'avvento di Basilio I alla resa di Bari ai Normanni (867-1071), Firenze 1917, passim; M. Schipa, Il mezzogiorno d'Italia anteriormente alla monarchia, Bari 1923, pp. 75-87,91-92; G. Pochettino, I Longobardi nell'Italia meridionale (570-1080), Napoli 1930, pp. 243-268; A. Jamalio, Saggi di storia beneventana, Napoli 1940, pp. 96-109; N. Cilento, La cronaca dei conti e dei principi longobardi di Capua dei codici cassinese 175 e cavense 4 (815-1000), in Bullett. d. Ist. stor. ital. per il M.E., LXIX (1957), pp. 40-41.