ADENOLFO
Nato nella prima metà del sec. XII e divenuto camerario in Sicilia in epoca imprecisata, ebbe una parte rilevante in tutti quegli intricati avvenimenti della storia di Sicilia che precedono e seguono la congiura e la morte di Maione da Bari, cancelliere di Guglielmo I (1160). Compare nella narrazione del così detto Falcando, nel momento in cui i partigiani di Matteo Bonello preparano l'agguato contro Maione. Egli, seguace del ministro regio, era tra la folla, insieme con il notaio Matteo d'Aiello, e, accortosi delle insidie preparate contro l'amico, cercò di avvertirlo. Ma non fece in tempo, così che Maione cadde sotto i colpi dei congiurati. Tuttavia, scomparso il cancelliere, i seguaci di lui non si dispersero, anche perché continuavano ad essere sostenuti dalla regina Margherita: A. ed il nipote Filippo Mansello spinsero così Guglielmo I a trarre vendetta di Matteo Bonello. I partigiani di quest'ultimo, intanto, discutevano sull'opportunità o meno di eliminare anche A., ma finì col prevalere il parere di attendere gli eventi. Per merito del camerario, dei gaiti Pietro e Martino, la reazione contro gli autori della congiura contro Maione s'accrebbe di giorno in giorno, sino a giungere alla cattura dello stesso Bonello ed alla dispersione dei suoi fautori. Tra questi, però, vi fu un certo "miles" Ivone che, irato per la prigionia del suo capo, non appena vide uscire A. dalla corte, lo insegui e lo uccise di spada. Scompariva in tal modo, nel 1161, colui che aveva cercato di raccogliere l'eredità politica di Maione da Bari.
Fonti e Bibl.: U. Falcando, La Historia o Liber de regno Siciliae, a cura di G. B. Siragusa, Roma 1897, in Fonti per la storia d'Italia, XXII, pp. 42, 48-50, 72; F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, II, Paris 1907, pp. 180, 271-275, 283: G. B. Siragusa, Il regno di Guglielmo I in Sicilia, Palermo 1929, pp. 168, 182, 201-202.