ADEODATO da Siena
Eremitano di S. Agostino, nel 1539 era lettore e maestro degli studenti a Padova, dove nel gennaio 1541 ricevette il titolo di baccelliere e dove rimase fino al 1543, quando fu trasferito come reggente allo studio di Palermo. Qui, nel febbraio 1544, fu nominato maestro in teologia, dopo esser stato assolto a Roma, dall'Inquisizione, per le dottrine espresse in una predica tenuta tempo prima a Treviso. Resse lo studio palermitano fino al 1552, fungendo nello stesso tempo da teologo dell'arcivescovo della città, Pietro Tagliavia d'Aragona, e da precettore del marchese di Terranova. Nel 1551 accompagnò l'arcivescovo a Trento, dove il 15 settembre dello stesso anno, nella congregazione dei teologi, parlò sull'Eucarestia come sacramento, il 30 ottobre sulla soddisfazione sacramentale e le opere di penitenza, il 22 dicembre sul sacramento dell'Ordine. L'anno seguente, il giorno delle Ceneri, predicò dinanzi ai Padri del Concilio. Dal febbraio 1553 all'ottobre 1554 fu rettore della provincia agostiniana siciliana.
Richiamato a Roma per un contrasto col generale dell'Ordine, Cristoforo da Padova, seppe rientrare poi nella benevolenza di questo, che, il 31 ag. 1555, lo inviò, come suo vicario, nella provincia bavarese. A. si diede alla riforma dei conventi ottenendo appoggio a Vienna da parte del cancelliere Giovanni Alberto Widmannstetter, che lo favorì per l'antica amicizia stretta col Seripando. Tornato in Italia nel febbraio 1556 il generale lo pose, come suo vicario, nel convento di Montepulciano. Il 30 marzo 1561 venne eletto rettore della provincia senese. Intervenne al capitolo generale di Padova del 1568 e a quello di Roma del 1575. Morì nell'ottobre 1588.
Si ricordano di lui: Oratio in die Cinerum ad Patres habita in Concilio Tridentino, Venetiis 1552 (il discorso, edito dal Labbe, in Concilia, XIV, Parisiis 1672, coll. 1524-1534 e attribuito ad A., è certamente di un altro: con molta probabilità è di Simone da Firenze, pure agostiniano e teologo a Trento); Oratio pro reformandis, instaurandis, restituendis coenobiis Augustinensibus Provinciae Bavariae, Viennae habita die 30 octobris ad Ferdinandum Romanorum, Hungariae, Bohemiae Regem gloriosissimum, s. l. [Vienna?] 1555.
Altre orazioni latine e varie lettere, che il Perini attribuisce ad A., sono invece di un omonimo, agostiniano e maestro in teologia, vissuto tra i secc. XV e XVI.
Fonti e Bibl.: A. Theiner, Acta genuina SS. Oecumenici Concilii Tridentini, Zagrabiae 1874, I, pp. 500, 557, 629; Concilium Tridentinum, ed. Società Goerresiana, II, Friburgi Brisgoviae 1911, p. 450 n. 7 (erroneamente indicato come Deodato da Pennabilli); XI, ibid. 1937, p. 1009; Analecta Augustiniana, IX (1921-22), pp. 139, 286, 431; XXIII (1953-54), p. 52; D. A. Perini, Bibliographia Augustiniana, III, Firenze 1935, p. 181; H. Jedin, Girolamo Seripando,Würzburg 1937, I, p. 270; II, p. 298; D. Gutiérrez, Patres ac theologi Augustiniani qui Concilio Tridentino interfuerunt, in Analecta Augustiniana, XXI (1947-50), pp. 108-109; A. Zumkeller, Die Augustiner-Eremiten und das Konzil von Trient, in Welt-Konzil von Trient, II, Freiburg 1951, pp. 532 s.