ADERNÒ (A. T., 27-28-29)
Città della Sicilia orientale (Catania), situata in bellissima posizione sulle pendici occidentali dell'Etna, a 8 km. dalla riva sinistra del Simeto, a 562 m. d'altezza, con 39.637 ab. (il comune ha 282,78 kmq. di superficie e 39.765 ab.). Cospicuo centro agricolo per la coltivazione degli agrumi e della vite, contiene anche taluni edifici notevoli. Stazione della ferrovia circumetnea. Nei tempi feudali appartenne ai Moncada col titolo di contea.
La città antica ('Αδρανός, Hadranum). - Fu fondata con mire politiche o strategiche da Dionisio intorno al 400 a. C., nei pressi di un santuario della divinità omonima (v. adrano). Da Diodoro (XVI, 68) risulta come essa fosse conquistata da Timoleonte, che nel 344, poco dopo il suo sbarco in Sicilia, assaliva e batteva nei pressi della città il tiranno Iceta. Altre notizie (Plutarco, Timol., 12) riguardano il soggiorno di Timoleonte ad Adrano ed una congiura tentata invano contro di lui dalla fazione avversa. Nel 263 la città è conquistata dai Romani (Diod., XXIII, 4); Cicerone non la nomina nelle Verrine, ma probabilmente essa era compresa tra le civitates censoriae; Plinio l'annovera tra le stipendiariae. Le iscrizioni, tranne alcune sicule tuttora indecifrate (ritrovate al Mendolito), presentano scarso interesse. La monetazione comincia coll'epoca di Timoleonte (Tipi: testa laureata-lira; testa femminile cavallo marino; Adrano presentato come divinità fluviale-toro cozzante; testa femminile-grano d'orzo).
Era opinione degli antichi scrittori che la città-fortezza di Dionisio fosse sorta sul luogo di un precedente centro siculo, ma gli autori più recenti la localizzano invece nella regione del Mendolito, tra le forre del Simeto, 8 km. ad O. dell'abitato, dove oggi sono aggeri di pietre brute e donde provennero interessanti ripostigli di bronzi e le suddette iscrizioni nella misteriosa lingua dei Siculi.
Tra gli avanzi dell'antica città sono da ricordare le bellissime mura in conci lavici (nella contrada Cartalemi) con resti di torri; le tovine di qualche edificio romano (quali un edificio termale alla Faggiuta e un bel sepolcreto) a 3 km. dalla città, ed altri avanzi nella contrada Polichello (cosiddetta "sede delle Muse"). Tracce di necropoli esistono alla Difesa dei Mulini, alla Chiusa del Dammuso e in qualche altro sito.
Bibl.: Oltre alle opere del Fazello e dell'Amico, v.: Houel, Voyage pittoresque des îles de Sicile, Malte et de Lipari, Parigi 1782-1787; Paternò Castello, Viaggio per tutte le antichità di Sicilia, Napoli 1781, p. 49 segg.; Sangiorgio-Mazza, Storia di Adernò, Catania 1820; S. Petronio Russo, Illustrazione storico-archeologica di Adernò, Adernò 1897; Id., I monumenti preistorici di Adernò, Biancavilla 1906; P. Orsi, in Not. degli scavi, 1912.