adizzare
. Per " incitare ", " stimolare ". Si trova soltanto in If XXVII 21, in rima: Istra ten va, più non t'adizzo: parole che Guido da Montefeltro attribuisce a Virgilio, nel momento in cui questi aveva congedato Ulisse. D. precisa che il suo maestro, nel pronunciarle, parlava lombardo. Ma il verbo a., a differenza di istra, non rivela connotati settentrionali, innestandosi legittimamente nell'area toscana (cfr. Angiolieri Deh guata 7) e centrale (cfr. Iacopone Che fai, anema 41 " la pena... sempre en me adizata "; v. anche AIZZARE). Interessante, sul piano artistico, l'osservazione del Terracini, per il quale a. " detto da un uomo-fiamma e rivolto a un supposto uomo-fiamma si arricchisce di una connotazione che lo fa quasi sinonimo di ‛ attizzo ' " (Il c. XXVII dell'Inf., in Lett. dant. 522).