Kyrou, Ado (propr. Adonis)
Critico e regista cinematografico greco, naturalizzato francese, nato ad Atene il 18 ottobre 1923 e morto a Parigi il 4 novembre 1985. Fu uno dei teorici più coerenti del cinema come arte surrealista. Durante tutta la sua attività ebbe come obiettivo costante quello di dimostrare le potenzialità rivoluzionarie del cinema in quanto arte, in grado di modificare radicalmente la percezione del mondo e la coscienza dell'individuo.
Giovanissimo entrò in contatto con i circoli surrealisti di Parigi, città nella quale si sarebbe trasferito definitivamente nel 1967, in seguito al colpo di stato militare in Grecia. Sin dagli anni Cinquanta iniziò l'attività critica e teorica: fu collaboratore (fino agli anni Sessanta) della rivista "Positif" e uno degli animatori della rivista vicina ai temi del Surrealismo cinematografico "L'âge du cinéma". Nel 1953 pubblicò Le surréalisme au cinéma, primo tentativo di lettura surrealista della settima arte, al centro della quale sta il rapporto tra il cinema, la vita e il sogno: il cinema è surrealista per essenza, in quanto i suoi elementi costitutivi (il montaggio, la sovrapposizione di immagini, il rapporto tra ciò che viene filmato e la sua riproduzione sullo schermo) sono in grado, potenzialmente, di rivelare una realtà più complessa e stratificata. Se la vita non è lineare e progressiva, ma somiglia a un prisma dalle mille facce, il cinema ha la possibilità di indagare tale molteplicità grazie allo shock emotivo ed estetico che suscita nello spettatore, mostrando come la dimensione onirica ‒ che la tecnica cinematografica è in grado di ricostruire ‒ rappresenti una forma ulteriore del reale, in grado di liberare da una visione ristretta e limitata del mondo. Culmine della sua analisi teorica è l'indagine sul cinema di Luis Buñuel, di cui K. divenne amico e collaboratore e a cui dedicò tra l'altro il saggio Luis Buñuel (1962), incentrato sulle potenzialità del cinema surrealista, la cui visione non deve compiacere lo sguardo dello spettatore ma, al contrario, provocarlo, rendendo insopportabili le immagini che scorrono sullo schermo. La centralità di Buñuel sta, secondo K., nel grado di consapevolezza teorica del suo cinema, capace di suscitare quella che il critico greco chiamò la 'meraviglia surrealista'. K. aveva inoltre studiato il periodo del muto e in particolare il cinema di genere (horror, thriller) soprattutto in Amour, érotisme et cinéma (1957), in cui rintraccia gli antecendenti di una visione surrealista nelle opere seriali di Luis Feuillade. Il testo ebbe una notevole influenza sul cinema di genere francese, in particolare sui film di un allievo dichiarato di K., Jean Rollin, come Le viol du vampire (1967), Les raisins de la mort (1978), Fascination (1979).
Parallelamente alla sua attività teorica, K. portò avanti anche la ricerca dal punto di vista realizzativo, dirigendo film d'ispirazione surrealista, come Bloko (1965, Il blocco), ultimo film da lui girato in Grecia, in cui lo sfondo storico (la resistenza greca durante la Seconda guerra mondiale) costituisce il pretesto per una narrazione antirealista legata alle istanze del cinema d'avanguardia, e Le moine (1972; Il monaco), basato sul romanzo omonimo di M.G. Lewis e sceneggiato da Buñuel e Jean-Claude Carrière, in cui K. sviluppa le tematiche erotiche insite nel romanzo originale.
A. e O. Virmaux, Les surréalistes et le cinéma, Paris 1988², passim; R. Walz, Serial killings: Fantômas, Feuillade and the mass-culture genealogy of surrealism, in "The velvet light trap: a critical journal of film and television", 1996, 37, pp. 51-57; The Shadow and its shadow: surrealist writings on the cinema, ed. P. Hammond, San Fran-cisco 2000³, pp. 7-46 e passim.