BARTELS, Adolf
Letterato tedesco, nato a Wesselburen il 15 novembre 1862, vivente. Critico, giornalista, romanziere, drammaturgo, poeta, sollevò intorno a sé molto rumore con un'attività battagliera instancabile. I titoli stessi di taluni suoi libri ed opuscoli possono dare un'idea del tono della sua polemica: Kritiker und Kritikaster (1903); Deutsch sein ist alles (1919), Warum ich die guden bekämpfe (1919); güdische Herkunft und Literaturwissenschaft (1925), Feinde ringsum (1926). Nazionalista accanito, pangermanista, antisemita, non risparmiò, in mezzo alle feste per il cinquantenario della morte, nemmeno Heine (H. Heine: Auch ein Denkmal, 1906). Dispone però di vaste conoscenze storiche e letterarie, e, quando la passione di parte non gli fa velo, di sagace intuito. Validamente appoggiò, dalle pagine del Kunstwart, il movimento della Heimatdichtung (v. anche Der Bauer in der deutschen Vergangenheit, 18ª ed., 1924 e J. Gotthelf, 1904). Con numerose singole indagini, con nuove edizioni di testi e con l'opera Die deutsche Dichtung der Gegenwart (12ª ed., col titolo Deutsche Dichtung von Hebbel bis zur Gegenwart, 3 voll., 1922) portò un personale efficace contributo all'esaltazione della grande poesia tedesca della metà del sec. XIX, specialmente di Hebbel. Anche nelle discussioni sulla più recente poesia tedesca intervenne combattivamente (v. Gerhardt Hauptmann, 1897; Die Jüngsten, 1921). Particolarmente fra il 1900 e il 1910, incontrò favore ed ebbe largo seguito anche come poeta; ma nelle liriche (Gedichte, 1889; Deutschvölkische Gedichte, 1914; Neue Gedichte, 1921), nei romanzi storici (Die Diethmarscher, 1898; Dietrich Sebrandt, 1899), nei drammi storici (Martin Luther, trilogia, 1903; Römische Tragödien, 1905, ecc.), la troppo evidente tendenza e lo stile oratorio, talvolta tribunizio, nuocciono alla poesia. La sua opera di maggior respiro resta ancor sempre la Geschichte der deutschen Literatur (1901-02; 2ª ed., 3 voll., 1924-28, più un ricco Handbuch bibliografico): nella sua passionalità, l'opera ha una linea; e, se non poche affermazioni appaiono paradossali o criticamente ingenue, su singoli argomenti son dette con calore cose acute. L'unilateralità del punto di vista e i conseguenti equivoci nel giudizio estetico si fan sentire invece più vivamente nella Einführung in die Weltliteratur (1913,2ª ed., 3 voll., 1927), dove è trattata una materia che al suo spirito è spesso rimasta estranea e lontana.
Bibl.: W. Loose, A. B., der Literaturgeschichtschreiber der Gegenwart, Berlino 1921; B. Croce, in La Critica, 1918; A. Farinelli, in Deutsche Literaturzeitung, 1914.