FURTWÄNGLER, Adolf
Archeologo, nato a Friburgo in Brisgovia il 30 giugno 1853, morto in Atene l'11 ottobre 1907.
Tra il 1870 e il 1872 studiò a Friburgo, dal 1872 al '73 a Lipsia, quindi a Monaco, dove si laureò nel 1874 con Heinrich Brunn, presentando un lavoro su Eros nella pittura vascolare (Eros in der Vasenmalerei). Terminato il servizio militare, durante il quale scrisse un saggio su "Il fanciullo che estrae una spina e il fanciullo con l'oca" (Der Dornauszieher und der Knabe mit der Gans), ebbe nel 1876 una borsa di studio triennale, che gli consentì di visitare l'Italia, innanzitutto Roma; fu qui che acquistò quella immensa conoscenza dei monumenti, che servì di base alle future opere maggiori. Nel 1878 il F. raggiunse Atene e si dedicò subito con intensità allo studio dell'arte greca originale. Frutto di questo studio la vasta opera pubblicata nel 1879 in collaborazione con Georg Loeschke: Mykenische Tongefässe (Recipienti micenei in terracotta); nel 1886 seguirono i Mykenische Vasen (Vasi micenei). Già nel 1878 F. era stato chiamato a partecipare agli scavi in Olimpia, ove lavorò insieme con Ernst Curtius, Friedrich Adler e Wilhelm Dörpfeld. Gli fu affidato l'esame dei piccoli oggetti di scavo, e nel 1879 presentava alla Accademia delle Scienze di Berlino una relazione su parte di essi. La pubblicazione definitiva segui nel 1890, nel IV volume della grande opera su Olimpia. Tornato nel 1879 in Germania, si abilitò alla libera docenza a Bonn, ove si trattenne un anno solo, per passare poi in qualità di assistente (Direktorial-Assistent) nel Museo di Antichità di Berlino, dedicandosi particolarmente allo studio dei tesori dell'Antiquarium. Mantenne questo posto per quattordici anni, durante i quali svolse una grande attività.
Condusse a termine la "Descrizione delle antiche sculture" (Beschreibung der antiken Skulpturen) di A. Conze; nel 1885 uscì l'opera fondamentale Beschreibung der Vasensammlung im Antiquarium (Descrizione della collezione di vasi dell'Antiquarium) in 2 volumi, si rivolse quindi alla collezione di gemme e cammei. L'ampio catalogo comparve nel 1897, quando F. aveva già lasciato Berlino. Nel 1893 il F. aveva pubblicato Meisterwerke der griechischen Plastik (Capolavori della scultura greca), l'opera sua più nota, più discussa, ma anche più feconda. In essa, per la prima volta, dopo che Heinrich Brunn aveva cercato di comprendere gli artisti greci in base alla tradizione letteraria, il F. si valse ampiamente del grande tesoro delle copie romane per la ricostruzione delle opere originali, portando a perfezione il metodo filologico della ricostruzione della storia dell'arte antica, sulla linea del Friederichs e del Brunn. Frutto dell'attività berlinese furono anche le pubblicazioni, dal 1883 al 1887, della "Sammlung Sabouroff", e, nel 1897, della "Collection Somzée". Trasferitosi a Monaco nel 1894, succedette al Brunn nella cattedra universitaria, assumendo contemporaneamente la direzione della Gliptoteca e dell'Antiquarium; divenne membro dell'Accademia delle Scienze e di altre associazioni e società. All'attività berlinese si riallaccia l'opera Die Antiken Gemmen (1900) in tre volumi, opera fondamentale ancor oggi per la storia della glittica, nella quale il F., attraverso lo studio delle gemme, tracciò una storia dell'arte greca più viva che non nei suoi Meisterwerke. Nello stesso anno cade la Beschreibung der Glyptothek in München (Descrizione della Gliptoteca di Monaco) e, in collaborazione con il pittore F. Reichhold, il primo volume dell'opera monumentale Griechische Vasenmalerei, che rappresenta la base di partenza di ogni successiva trattazione della ceramica greca. La descrizione della Gliptoteca lo aveva indotto a indagare i problemi connessi al frontone di Egina, in relazione ai quali furono iniziati nel 1901, con E. Thiersch, L. Curtius e E. Fiechter, gli scavi in Egina, i cui risultati vennero pubblicati nel 1906 in un'opera in due volumi. Nel 1907 il F. tornò ad Egina con l'intenzione di estendere gli scavi a tutta l'isola. Ammalatosi già all'arrivo di febbre gastrica, soccombette poco dopo in una clinica di Atene.
A. F. rimane tra i pochi archeologi geniali del XIX sec. che si dedicarono particolarmente alla raccolta e al riordinamento dei materiali. Lavoratore appassionato, dotato di un intuito sicuro per i caratteri stilistici essenziali e di una memoria visiva infallibile, applicò le sue doti eccezionali allo studio e al riordinamento di un enorme materiale. Padrone di tutti i campi dell'archeologia, dalla preistoria alla tarda antichità, ha arricchito la conoscenza della storia dell'arte antica con infinite singole osservazioni, ma anche con saggi sui problemi più essenziali ed importanti.
Il metodo filologico fu dal F. portato a perfezione; egli, tuttavia, non intravide le possibilità di una critica formale maggiormente inserita nel complesso problema storico e rimase insensibile dinanzi alla inserzione della storia dell'arte, anche per il campo antico, nel quadro dello storicismo, avviata dalla Scuola Viennese, dichiarando francamente di non riuscire a comprendere le opere di Alois Riegl (v.).
Bibl.: J. Sieveking, in Biographisches Jahrbuch für die Altertumswissenschaft, XXXII, 1909, pp. 119-131; W. H. Schuchhardt, Adolf Furtwängler, Friburgo 1956.