PICHLER, Adolf
Poeta austriaco, nato a Ers nel Tirolo il 4 settembre 1819, morto a Innsbruck il 15 novembre 1900. Nel 1848 capitanò una schiera di 135 studenti volontarî contro gl'Italiani. Ma, pur restando sempre un accanito austriaco, violentemente ostile a ogni idea di possibile unione dei paesi irredenti con l'Italia, additava il patriottismo degl'Italiani ad esempio fra i suoi connazionali; e conobbe e studiò la letteratura italiana anche dell'epoca del Risorgimento; e, come spesso s'ispirò ai classici e a Dante, così fu tra i primi Tedeschi che compresero la grandezza del Carducci. Liberale con tendenze "grossdeutsch" nel primo periodo della vita, modificò in parte, dopo il '70, il suo orientamento in senso religioso e conservatore, pure mantenendo sempre la sua intransigenza di sentimento nazionale. Professore di mineralogia e geologia all'università di Innsbruck dal 1869, fu, come naturalista e come poeta, uno schietto e rude interprete del suo Tirolo.
Al quale dedicò i suoi studî di scienziato, e la più gran parte delle sue liriche (Frühlieder aus Tirol, 1846; Gedichte, 1853; In Lieb' und Hass. Epigramme und Elegien aus den Alpen, 1869; Deutsche Tage, Zeitgedichte in prosa e in versi (Aus den Tiroler Bergen, 1861; Allerlei Geschichten aus Tirol, 1867; Marksteine, 1874; Neue Marksteine, 1890; Jochrauten und Geschichten aus Tirol, 1897; Letzte Alpenrosen, 1900), anche se tolse argomento, per un poemetto, alla vita di Dante (Dante in Ravenna, 1887) e sotto una suggestione dantesca, e genericamente italiana, compose l'opera che trovò la più ampia risonanza: Fra Serafico, 1869. Come negli studî classici (Hymnen, 1855) aveva imparato a temperare la sua naturale asprezza di temperamento e di linguaggio, così nell'esperienza italiana imparò grazia, colore e melodia. Come drammaturgo (Die Tarquinier, 1860; Rodrigo, 1862) mancò di genialità costruttrice. Ma era, per natura, un osservatore, che guarda davvicino le cose. E la sua opera di poeta lirico e di narratore contiene pagine che restano ancora fresche, colorite e vive.
Opere: Gesammelte Erzählungen, voll. 6, Monaco 1897-98; Gesammelte Werke, voll. 17, ivi 1904-08: nel vol. X le impressioni di viaggio in Italia, e nel XI-XII le recensioni e critiche letterarie, fra le quali alcune di soggetto italiano; nei voll. I-III gli scritti autobiografici; Ausgewählte Werke, voll. 2, Lipsia 1928. Cfr. inoltre Aus Tagebüchern 1850-99, Monaco 1905.
Bibl.: J. Seemüller, A. Pichler, Innsbruck 1901; S. M. Prem, A. Pichler, Innsbruck 1901; G. Wackernell, A. Pichler, uscito postumo a cura di E. Dörrer, Friburgo in Brisgovia 1925; A. Brandl, A. P., in Literarisches Echo, III (1901) e in Archiv für neuere Sprachen und Literaturen, LXXXI (1926). Su Pichler naturalista, v. Della Torre, Pichler als Naturforscher, Innsbruck 1899. Su Pichler e l'Italia, E. Quaresima, in Rivista di letteratura tedesca, 1909.