Scrittore polacco (Varsavia 1912 - ivi 1990). Affermatosi come sottile narratore psicologico (Szczury "I topi", 1932; Zołnierze "Soldati", 1933; Niekochana "Non amata", 1936; Lato "Estate", 1938), diede con i racconti scritti durante l'occupazione e negli anni successivi (riuniti nei volumi Szekspir "Shakespeare", 1948; Ucieczka z Jasnej Polany "Fuga da Jasnaja Poljana", 1949; Żywe i martwe morze "Mare vivo e morto", 1952) un quadro sconvolgente della sorte degli Ebrei sotto il nazismo. Gran parte della sua produzione successiva (Ślepe lustro tych lat "Lo specchio cieco di questi anni", 1956; Obraz z kotem i psem "Quadro con gatto e cane", 1962; Wspólne zdjęcie "Foto di gruppo", 1967; Zabawa ludowa "Divertimento popolare", 1979; ecc.) costituisce l'ampio ciclo Niebieskie kartki ("Cartoline celesti"), in cui si mescolano saggio, racconto, reportage e riflessione morale. La narrativa "pura" di R., dapprima evolutasi verso la parabola allegorica e la prosa poetica (Teksty małe i mniejsze "Testi piccoli e minori", 1971; Noc będzie chłodna, niebo w purpurze "La notte sarà fredda, il cielo di porpora", 1975), si è poi aperta a toni più saggistici, affrontando temi quali il rapporto tra scrittori e potere o l'antisemitismo polacco (Rogaty warszawiak "Il varsaviano cornuto", 1981; Sto lat temu umarł Dostojewski "Cent'anni fa moriva Dostoevskij", 1984; Teatr zawsze grany "Un repertorio recitato sempre", 1987).