RUDNICKI, Adolf
Prosatore e saggista polacco, nato a Varsavia il 19 febbraio 1912. Inizia la sua carriera di scrittore con Szczury (1932, trad. it., I topi, Milano 1967), Żołnierze (1933, "Soldati"), Niekochana (1937, trad. it., Non amata, ivi), muovendosi nell'ambito di uno psicologismo sottile e raffinato. La sconvolgente esperienza della guerra gl'impone una revisione di stile e contenuti. La tragedia degli ebrei polacchi sotto l'occupazione nazista ispira i racconti di Szekspir (1948, trad. parz. Cronache del ghetto, Milano 1961), Ucieczka z Jasnej Polany (1949, "La fuga da Jasnaja Poljana"), Żywe i martwe morze (1952, "Mare vivo e morto"). Scrittore di grande passione morale, R. concentra sempre più la sua riflessione sui problemi della società contemporanea, sull'etica e il costume, in particolare negli schizzi e saggi delle raccolte di Niebieskie kartki, I-VIII (1956-67, "Pagine azzurre"), apparsi a partire dal 1953 sul settimanale Świat.
Bibl.: H. Zaworska, Proza A. Rudnickiego, in Prozaicy dwudziestolecia międzywojennego, Varsavia 1972.