Storico e teologo luterano (Dorpat 1851 - Heidelberg 1930). Ispiratore del "protestantesimo liberale", concepì la storia del cristianesimo come una progressiva depauperazione del messaggio evangelico primitivo, interpretando moralisticamente e individualisticamente il Nuovo Testamento. Difese, nella critica storico-letteraria, posizioni piuttosto conservatrici e, poco portato alla storia della cultura, rimase estraneo così all'indirizzo comparativistico-culturale della Religionsgeschichtliche Schule, come a quello della "storia delle forme" (Formgeschichte). Tra le sue opere principali si ricorda Das Wesen des Christentums (1900).
Figlio del teologo Theodor H. (1817-1889); fu prof. a Lipsia (1876), Marburgo (1886) e Berlino (1888-1921), dove giunse all'apogeo della fama e degli onori: membro dell'Accademia (1890), per cui organizzò la collezione Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten drei Jahrhunderte, affiancata dalla ricca serie dei Texte und Untersuchungen da lui diretta; ammirato e protetto da Guglielmo II, che gli affidò (1905) la direzione della biblioteca e (1910) la presidenza della Kaiser-Wilhelm Gesellschaft e lo nobilitò; autorevolissimo anche in campo internazionale, capo e ispiratore del "protestantesimo liberale", di cui egli, già discepolo di A. Ritschl, stese quasi il manifesto nelle famose conferenze su Das Wesen des Christentums. Decisamente avverso alla metafisica, giudicò perniciosa l'accettazione della filosofia greca da parte del cristianesimo, e fenomeno di "ellenizzazione acuta" lo gnosticismo; dal quale si sforzò di distaccare Marcione, il cui atteggiamento antigiudaico e antilegalistico presentò, nell'ultima delle sue opere maggiori (Marcion, 1921), quasi come un'anticipazione della riforma luterana. Una delle sue opere di maggiore impegno, il Lehrbuch der Dogmengeschichte ("Storia dei dogmi", 3 voll., 1886-1900; 4a ed. 1910; trad. it. 1912-14), appare oggi superata, mentre utili sono tuttora la Geschichte der altchristlichen Literatur bis Eusebius (1893-1904, specie il vol. I, Die Ueberlieferung und der Bestand) e Die Mission und Ausbreitung des Christentums (1902; 4a ed. 1924; trad. it. 1906), oltre ai numerosissimi scritti minori, raccolti in varie serie, che hanno rappresentato contributi di notevole rilievo per la storia del cristianesimo antico.
Opere e pensiero.