WILBRANDT, Adolf von
Poeta e scrittore tedesco, nato il 24 agosto 1837 a Rostock, ivi morto il 10 giugno 1911. Figlio d'un professore d'università, studiò filosofia a Berlino e a Monaco, dove si stabilì. Viaggiò a lungo per prendere poi stabile dimora a Vienna (1871). Quivi si sposò con l'attrice Auguste Baudius e diresse dal 1881 al 1887 il Hofburgtheater.
Iniziò la sua vasta produzione letteraria con uno studio su Kleist (1863) cui seguirono più tardi biografie di Hölderlin (1870) e di F. Reuter (1890). In mezzo a una molteplice attività pubblica e giornalistica, W. portò a termine il romanzo Geister und Menschen (1864), che rispecchia la viva partecipazione dell'autore alle dibattute questioni dell'epoca. In seguito si volse al dramma: dapprima ottenne vivo successo con alcune commedie (Jugendliebe, 1872; Die Vermählten, 1872; Die Maler, 1872), di tono lieve e piacevole, dai caratteri disegnati con tocco cordiale. Un viaggio in Italia e la lettura di Shakespeare gli ispirarono una serie di tragedie classiche (Nero, 1876; Gracchus, der Volkstribun, 1873; Arria und Messalina, 1874, presentata al pubblieo da Charlotte Wolter nel 1879), nelle quali il contrasto tra il soggetto antico e la sensibilità moderna spesso irrigidisce i caratteri. La tragedia Kriemhild (1877) rivela accanto ad alcune scene di notevole vigore poetico anche una certa ricerca d'effetto.
Autore di novelle del genere di P. Heyse, suo amico (Novellen, 1869; Neue Novellen, 1870; Ein neues Novellenbuch, 1875; Friedolins heimliche Ehe, 1876; Novellen aus der Heimat, voll. 2, 1882), W., che nel 1889 aveva pubblicato il suo dramma più compiuto Der Meister von Palmyra, pubblicò negli anni seguenti diversi romanzi a chiave con numerosi elementi autobiografici (Hermann Ifinger, 1892, ispirato a Makart. Lenbach e v. Schack; Die Osterinsel, 1895, ispirato alla vita e alla filosofia di Nietzsche; Die Rothenburger, 1895, e Hildegard Mahlmann, 1897, ritratto della poetessa Johanna Ambrosius).
W. lasciò le sue Erinnerungen (1905) seguite da Aus der Werdezeit (1907) e raccolse anche le proprie liriche (Gedichte, 1874; Neue Gedichte, 1889) e si rivela nei romanzi abile narratore, anche se l'opera sua non reca impronta di grande originalità. "Poeta dell'amabilità", seppe anche nei drammi ritrarre meglio e più vivacemente caratteri affini al suo piuttosto che creare situazioni e personaggi veramente drammatici.
Bibl.: V. Klemperer, A. W., Stoccarda 1907; E. Scharrer-Santen, A. W. als Dramatiker, Monaco 1912.