APOLLONI, Adolfo
Scultore, nato a Roma il 1 marzo 1855, morto a Roma il 19 ottobre 1923. Fatti gli studî classici al collegio dell'Apollinare, frequentò l'istituto tecnico uscendone col diploma di agrimensore, poi l'università laureandosi ingegnere. Intanto aveva studiato arte nelle scuole dell'Accademia di San Luca. Nel 1879 partì per gli Stati Uniti, e vi rimase quattro anni insegnando a Boston disegno e scultura nell'Istituto d'arte e poi aprendo studio di scultore a Providence. Là si sposò. Rimasto vedovo nel 1883, tornò in patria, e mise studio in via Margutta. Presidente, dopo Giulio Monteverde, dell'Associazione artistica internazionale, poi presidente dell'Accademia di San Luca, rinnovò la vita dei due istituti con cordiale energia. Fu commissario italiano all'esposizione mondiale di Saint-Louis nel 1904. Sindaco di Roma, poi senatore del regno, fu rigido amministratore, curò il riordinamento delle collezioni capitoline, il restauro di molti monumenti, prima la statua di Marco Aurelio; e durante la guerra fu capo esemplare delle opere d'assistenza nella capitale. Le sue sculture, in pieno verismo, mantennero una composta nobiltà, ispirandosi alle tradizioni canoviane e accademiche del primo ottocento. Scolpì per l'Italia e per l'America molti ritratti e monumenti funebri. Di questi, sono da ricordare il monumento Cenci-Bolognetti al Verano, quello Braschi a Staglieno, quello Chigi a Roma nella chiesa di S. Maria del Popolo. Con castigata invenzione creò belle fontane: le più ammirate quella della Vendemmia nell'atrio dell'albergo Excelsior al Lido di Venezia, e quella dell'Orso nella villa Cellere agli Orti Sallustiani. A Fano, dove ebbe la sua residenza estiva, fondò con pratica novità di programmi la Scuola d'arte industriale che oggi porta il suo nome.