BETTI, Adolfo
Nacque a Bagni di Lucca il 21 marzo 1875, da Adelson e Dalmansina Amadei, fratello gemello del chimico Mario. L'influenza del padre, chimico, ma anche studioso appassionato di cose musicali, e la consuetudine amichevole con musicisti come G. Pluccini, A. Catalani, G. Sgambati, I. Ragghianti e altri ancora, frequentatori abituali della casa patema, ebbero un'importanza decisiva nell'indirizzare e precisare l'inclinazione del ragazzo verso la musica. Mentre seguiva gli studi classici liccali, s'iscrisse all'istituto musicale Pacini di Lucca, dove ebbe come maestri A. Michelangeli per l'insegnamento del violino e l'abate L. Nerici per la teoria, storia ed estetica musicale. Conseguiti (1892) la licenza liceale e il diploma in violino, decise di dedicarsi alla musica e si recò nello stesso anno a Liegi per seguire presso quel conservatorio i corsi di perfezionamento tenuti da S. Dupuis, per la composizione, e da C. Thonison per il violino. In Belgio i suoi studi continuarono con grande SU5cesso: nel 1895 vinse il primo premio in armonia e musica da camera e un anno più tardi ricevette la medaglia d'oro al concorso finale del conservatorio.
Nel 1896 il B. si trasferì a Vienna; da quel momento cominciarono le sue tournées come solista in tutta Europa: in Boemia, in Ungheria, in Germania, in Inghilterra, in Francia e in Italia. Furono anni molto faticosi per lui, densi di lotte ma anche ricchi di entusiasmo, di relazioni, di attività. In quel periodo il B. collaborò come corrispondente musicale a La Tribuna illustrata di Roma, Le guide musical di Bruxelles, La Rivista musicale italiana di Tonno e a diversi giornali viennesi. Si adoperò inoltre per far mettere in scena l'opera Vean Marie del Ragghianti, rappresentata il 14 genn. 1898 al Teatro La Monnaie di Bruxelles. Nel 1900 gli fu offerta la cattedra di violino alristituto regio di Vienna, che egli rifiutò (come più tardi anche l'offerta rivoltagli dalla Columbia University di New York), per non interrompere la carriera di concertista e non perdere la nazionalità italiana. Accettò invece rinvito del Thomson, il quàle, trasferitosi al conservatorio di Bruxelles al posto di E. Ysaye, gli aveva offerto di dirigere una delle tre classi di violino e di sostituirlo durante le assenze. A Bruxelles il B. insegnò per tre anni, fino al 1903, quando, su proposta del banchiere svizzero-americano E. J. de Coppet, fondò il quartetto d'archi "Flonzaley".
Il complesso, la cui formazione rimase pressocché inalterata fino al giorno del suo scioglimento, comprendeva: Alfred Pochon (che per alcuni anni si alternò col B. al primo e al secondo violino), Ugo Ara (viola) e Iwan D'Archambeau (violoncello). Solo lo Ara, dimessosi nel 1917 per motivi di salute, venne sostituito successivamente da L. Bailly, F. D'Archambeau e N. Moldovan. Il quartetto iniziò la sua attività a New York nell'autunno del 1904, esibendosi in privato e in alcuni,concerti di beneficenza: il 5 dic. 1905 dette il primo concerto pubblico sempre a New York. Si avventurò quindi un una lunga tournée europea (cui ne seguirono molte altre), durante la quale riscosse il successo e l'ammirazione più incondizionati, sia per la perfezione dei singoli musicisti, sia per la straordinaria fusione dell'insieme: in breve, il quartetto "Flonzaley" venne riconosciuto come il miglior complesso da camera degli Stati Uniti e uno dei migliori di tutto il mondo. Nel 1928 i suoi componenti decisero di sciogliersi e suonarono per l'ultima volta, in Europa, alla Wigniore Hall di Londra il 14 apr. 1928, e, in America, il 7 maggio 1929 alla National Broadcasting Association di New York.
A questo complesso il B. dette veramente il meglio di se stesso, dedicando alla organizzazione e alla guida di esso tutta l'energia, la competenza e la passione del suo carattere generoso. Adoperatosi incessantemente per portare a conoscenza di un pubblico sempre più vasto la musica da camera, ancora sconosciuta contribuì all'affermazione di autori contemporanei, eseguendo in prima assoluta alcune loro opere (così, nel 1914, il Quartetto in re minore op. 17 di A. Schönberg;nel 1915 i Trepezzi per quartetto di I.Stravinskij; il 29 dic. 1916 il Quartetto in si minore di E. Bloch). Egli eccelleva, inoltre, su tutti per la purezza del suono, per la sicurezza tecnica, per la capacità di cogliere l'intenzione dell'artista. Aveva amici tra i musicisti più famosi dell'epoca, e fra questi era Toscanini, il quale mostrò sempre per lui una grandissima stima.
Scioltosi il quartetto "Flonzaley", il B. ritornò all'insegnamento e a quegli studi musicali che dovevano occupare tutto il resto della sua vita. Dopo aver collaborato con I. Pizzetti alla prima tournée che il maestro fece nell'America del Nord (primavera 1930), tenne la cattedra di musica da camera alla David Manners School di New York, avendo come allievi E. Valasek, D. Nadien, H. Fiorato, R. Hofiander e altri. Nel 1933 ricevette la "Coolidge Medal" per i suoi meriti musicali. Fece poi ritorno in Italia, nella sua casa di Bagni di Lucca, donde si mosse raramente, per lo più per condurre ricerche di rari manoscritti musicali.
Tra le molte opere di critico e di revisore del B., si possono ricordare un saggio su Francesco Geminiani,Lucca 1934, e le revisioni dei Concerto grosso in C minor op. 3 n. 2 for string orchestra e Concerto grosso in C minor op. 2 n. 2 for string orchestra,New York 19413 di F. Geminiani. Inoltre il Pardini cita una Antologia di composizioni musicali del XVIII sec.: Vivaldi, Sammartini, Veracini, Leclair, Boccherini, Geminiani.Il Recupito ricorda anche una Genealogia didattica ascendente: Betti A., Thomson C., Vieuxtemps, De Beriol, Baillot, Pollani, Nardini P., Tartini G., Veracini F. M., Veracini A.
Sposatosi a Bagni di Lucca con Maddalena Monnier il 25 ott. 1936, il B. fu interrotto nei suoi pazienti lavori di ricerca solo dall'inizio della guerra. Alla fine del conflitto fu eletto sindaco di Baghi, carica che ricopri con appassionata energia e sagacia. A Bagni morì, dopo lunga malattia, il 2 dic. 1950.
Fonti e Bibl.: Necrologie in: La Nazione,Firenze, 3 dic. 1950; Il Corriere della sera,Milano, 3 dic. 1950; The Amer. Daily,Roma, 5 dic. 1950. V. inoltre: A. Betti, La vita music. a Vienna,in Riv. music. ital.,VI(1899), pp. 119-158; Anonimo, A. Betti,in Musica e musicisti,I(1903), 6, p. 548; A. Untersteiner, Storia dei violino,Milano 1906, pp. 214 s.; A. Bonaventura, Storia dei violino,Milano 1925, p. 190; M. V. Recupito, Artisti e musicisti moderni,Milano 1933, pp. 325 ss.; M. Betti, Doc. e notizie genealogiche riguardanti la famiglia dei fratelli Adolfo e Mario Betti,Bologna 1939; D. Ewen, Musiccomes to America,New York 1947, pp. 89, 153; J. Tasker Oward-G. K. Bellows, A short history of music in America,New York 1957, pp. 189, 230, 233; F. Del Beccaro-G. Pascoli, Lettere agli amici lucchesi,Firenze 1960, p. 17; E. Pardini, Ilmaestro A. B.,Lucca 1962; D. D. Boyden, The history of violin playing,London 1965, pp. 336 n. 9, 350 n. 37; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p.175; Pierre Key's musical Who's Who,New York 1931, p. 93; The Mac Millan Encycl. of music and musicians,London 1938, p. 174; G. Groves Dict. of Music and Musicians,I,London 1954, p. 697; III, ibid. 1954, p. 156; Baker's Biographical Dict. of Musicians,New York 1958, p. 148; D. Ewen, Encycl. of Concert Music.New York 1959, p. 158; Enciclop. della Musica Ricordi, I,Milano 1963, p. 256; W. W. Cobbett, Cyclopedic Survey of Chamber Music,I,London 1963, p. 399; The Intern. Cyclop. of Music and Musicians,London 1964, p. 217.