MABELLINI, Adolfo
MABELLINI, Adolfo. – Nacque a Livorno il 24 dic. 1862 da Anna Maria Lombardi, corsa di Bastia,e dal pistoiese Torquato, professore di matematica e fratello del musicista Teodulo.
Il M. frequentò il ginnasio a Roma e il liceo a Lucca, dove il padre fu provveditore agli studi. Si iscrisse poi alla facoltà di lettere e storia del R. Istituto di studi superiori di Firenze, dove studiò letteratura italiana con A. Bartoli, letteratura greca con D. Comparetti e storia con P. Villari.
L’ambiente nel quale era cresciuto, intellettuale-erudito e artistico, gli studi umanistici coltivati all’Università, una naturale indole gentile e poetica portarono il M., ancora studente, alla composizione di Ricordo. Romanza in chiave di sol, con accompagnamento di pianoforte, musica di G. Tarditi… (Torino 1882); negli anni immediatamente successivi fece stampare un poemetto di sua composizione (Vita nova, Firenze 1883) e curò la raccolta Poesie giocose inedite o rare, precedute da un saggio di P. Fanfani (ibid. 1884). Altri lavori di critica letteraria e poetica il M. pubblicò nella rivista fiorentina Letture di famiglia, in L’Opinione letteraria (suppl. settimanale de L’Opinione) e nella Rivista europea, dove ebbe modo di cimentarsi con traduzioni dall’inglese e dal francese.
Si laureò nel 1885 e nello stesso anno gli fu assegnata dal ministero della Pubblica Istruzione la cattedra di italiano e latino nel ginnasio superiore Guido Nolfi di Fano, dove il M. si trasferì. Svolse per dieci anni la professione di insegnante e nello stesso tempo coltivò la sua preparazione filologica e letteraria collaborando con varie riviste (Il Marzocco, Fanfulla della domenica, La Gazzetta letteraria, Il Pungolo letterario): numerose furono le edizioni critiche di rimatori classici e rinascimentali e le traduzioni (W. Shakespeare, E. d’Haraucourt, R. Browning, A. de Vigny, P. de Nolhac). Particolarmente accurate le traduzioni di Shakespeare (tra cui Venere e Adone,Firenze 1891; Il lamento d’un amante. Il pellegrino innamorato, Fano 1898; e soprattutto I poemetti, Bologna 1913).
Il M. continuò anche a comporre poesia: al 1888 risalgono i versi di Fanum Fortunae (Fano), primo fra molti lavori dedicati alla città dove avrebbe trascorso tutta la vita, cui seguirono Intermezzo macabro (Firenze 1889), nonché In memoriam (Fano 1890) e Fantasie macabre (ibid. 1893) scritte in memoria dei genitori. Numerose inoltre le composizioni di poemetti «per nozze» o di epigrafi funebri, scritte di propria iniziativa per gli amici o commissionategli da fanesi.
Negli anni Ottanta il M. cominciò ad allestire nella sua casa di via Montevecchio un’officina tipografica.
Qui – da autodidatta preciso e innamorato del «bel libro» – avrebbe nel corso della sua vita stampato oltre cinquanta volumi, di fattura sempre più elegante, contraddistinti da un piccolo fregio contenente le lettere T-L (Tipografia letteraria) e A-M (le sue iniziali), limitando al minimo, con modestia, il riferimento alla propria identità e rifiutando qualunque tipo di compenso per i volumi che, tirati in numero necessariamente esiguo, erano poi donati agli amici. Il lavoro tipografico fu sempre svolto dal M. in completa solitudine: l’unica aiutante era la moglie, che provvedeva alla cucitura dei fascicoli. Una delle prime edizioni della Tipografia letteraria del M. fu un volumetto di dieci pagine scritto dall’amico toscano M. Vanni, dal titolo Consolatorie. Sonetti a A. M. nell’anniversario della morte dei genitori (1 sett. 1879, 3 sett. 1892). Con due sonetti in risposta, Fano 1892. L’opera che più impegnò il M. negli anni dell’insegnamento fu l’edizione de Le rime di Benvenuto Cellini, pubblicate e annotate…, Torino 1891 (2ª ed., notevolmente accresciuta, Firenze 1892).
Nel 1895 il Comune di Fano gli offrì la direzione della Biblioteca Federiciana, incarico che il M. accettò con entusiasmo e che svolse per i successivi 44 anni. Impegno erudito e impegno sociale furono i due fondamentali scopi che perseguì: durante la direzione del M. la Federiciana – biblioteca fino ad allora raramente aperta al pubblico, inaccessibile per il disordine e la mancata identificazione del patrimonio librario posseduto – fu esplorata, descritta e incrementata, divenendo l’istituto cittadino più attivo nella diffusione della cultura.
L’opera Manoscritti, incunaboli, edizioni rare del secolo XVI esistenti nella Biblioteca comunale Federiciana, catalogati e descritti da Adolfo Mabellini (Fano 1905) e i due volumi dedicati all’Inventario dei manoscritti della Biblioteca comunale Federiciana, apparsi con introduzione del M. in Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia (Firenze 1927 e 1932, voll. XXXVIII, LI), rappresentarono i principali frutti del suo lavoro di bibliotecario. Accanto a questi, moltissime furono le edizioni di lettere di personaggi illustri rinvenute nella Biblioteca: C. Cantù (pubblicazioni del 1905, 1906 e 1915), N. Tommaseo (1906), L.A. Muratori (1907), T. Mamiani (1909), S. Pellico (1914), I. Pindemonte (1917), G. Carducci (1919), V. Monti (1938), G. Leopardi (1938). Il M. – nominato nel 1912 bibliotecario honoris causa – riuscì inoltre a procurare notevoli donazioni che incrementarono il patrimonio librario della Federiciana: tra queste le biblioteche storiche di V. Tommasini, numismatico orientalista, e di S. Tomasi Amiani; i fondi giuridici di F. Baldelli, avvocato, e di R. Mariotti, penalista; lo stesso M. donò all’istituto la propria biblioteca di circa 6000 volumi e riuscì a fare acquistare al Comune la ricca raccolta di libri e manoscritti del fanese G. Castellani, numismatico erudito; il patrimonio librario della Federiciana raggiunse e superò così i 100.000 volumi, divenendo una fra le principali biblioteche delle Marche (seconda solo alla Comunale di Fermo). Le acquisizioni riguardarono anche importanti fondi archivistici, quali l’archivio storico comunale, riordinato fino all’anno 1808 da monsignore A. Zonghi (Repertorio dell’Antico Archivio comunale di Fano, Fano 1888), l’«archivio comunale moderno» (con documenti fino al 1896), quello della pretura di Fano, i fondi documentari della scuola di S. Michele e dell’ospedale di S. Croce e alcuni archivi familiari (Amiani, Carrara, Marcolini); il M. volle infine che fosse conservato nella Federiciana l’archivio musicale dello zio Teodulo. Difese inoltre la memoria del musicista quando il commediografo fiorentino A. Novelli mise in scena il Canapone, opera nella quale la figura di Teodulo risultava offuscata: il M. stampò nella sua tipografia il volume Una tiratina d’orecchi ad… un’arciduchessa. A proposito del «Canapone» di A. Novelli (Fano 1915), cui seguirono Per la buona fama di Teodulo Mabellini (1817-1897). Ultima polemica (ibid. 1916), e La fine di un’ignobile polemica. Con lettere di L. Mancinelli ed A. Chiappelli (ibid. 1917). Infine, in occasione della morte della figlia del musicista, compose i versi In memoriam di Eudossia Agostini nata Mabellini (ibid. 1922).
La dedizione del M. alla Biblioteca non fu solo di natura scientifica: quando il 19 dic. 1920 un grave allagamento causò il crollo di quattro sale, egli stesso – «in quattro mesi di incessante lavoro» – riuscì a recuperare interamente i libri e si adoperò con successo presso il Comune perché fossero eseguiti adeguati lavori di ristrutturazione.
La costante del lavoro del M. nel corso del Novecento fu la celebrazione della storia di Fano.
Tra i titoli più significativi: La statua della Fortuna in Fano. Curiosità storiche, Fano 1911 (il saggio apparve anche nella Revue des pays latins); La più antica filodrammatica di Fano, in Studia Picena, II (1926); L’Accademia fanese degli Scomposti, ibid., IV (1928); Cristina di Svezia in Fano, ibid., V (1929); Le navi rotate di fr. Antonio Torelli (sec. XVII), ibid., VI (1930); La macchina per volare di P. Niccolò Betti, Fano 1930; L’antico teatro della Fortuna in Fano. Il suo architetto Giacomo Torelli e Ferdinando Galli Bibbiena, in Studia Picena, VII (1931); La rivoluzione del 1831 a Fano, Fano 1932; Giovanni Pierpaoli pittore fanese dell’Ottocento, in Studia Picena, IX (1933); Una fabbrica di maioliche in Fano nel secolo XVIII, Fano 1934. La maggior parte di questi lavori confluì nell’opera considerata la più importante del M., il volume Fanestria. Uomini e cose di Fano (ibid. 1937), più di cinquecento pagine eleganti e illustrate, stampate con tenacia e nell’usuale solitudine nella tipografia domestica.
Negli ultimi anni della sua vita il M. continuò a occuparsi di storia della città con altri articoli apparsi ancora negli Studia Picena: la sua ultima pubblicazione fu Istanza di un’ebrea fanese per l’esercizio della medicina,apparsa nel 1939 (XIV, p. 20).
Il M. morì a Fano il 10 dic. 1939.
Il Comune gli conferì speciali onoranze funebri e nel 1950 deliberò l’intitolazione al M. di una strada cittadina. Molti i riconoscimenti da lui ottenuti nel corso dei lunghi anni della direzione della Biblioteca: nel 1921 ebbe l’onorificenza della Corona d’Italia, fu socio della R. Deputazione di storia patria per le Marche (dal 1927) e consigliere della Congregazione di carità di Fano, dell’asilo civico d’infanzia Gallizi, del patronato scolastico e del Nolfi; fu inoltre membro del consiglio direttivo della locale sezione dell’Istituto fascista di cultura e della commissione per i festeggiamenti per l’VIII centenario del Duomo di Fano. L’ultimo volume del M., da lui stesso composto nella sua tipografia, fu dedicato all’orientalista fanese Michelangelo Lanci e uscì nel 1940.
Fonti e Bibl.: Necr.: D. Fava, A. M., in Accademie e biblioteche d’Italia, XIV (1940), 3, pp. 285 s.; P. Borgogelli Ottaviani, A. M., in Studia Picena, XV [1940], pp. 191-193; F. Tombari, A. M.: l’amico, ibid., pp. 174-176; D. Fava, Un bibliotecario tipografo: A. M., in Riv. delle biblioteche, I (1947), 1, pp. 15-25; P. Rufa, Fano. Stradario, guida con notizie biografiche, storiche, artistiche e letterarie della toponomastica fanese, Pesaro 1988, ad ind.; A. Servolini, A. M. umanista in Fano, in M. Ferri, Edizioni del XVI secolo nel Fondo Mabellini della Biblioteca comunale Federiciana di Fano. Catalogo, Ancona 1998, pp. XXIX-XXXIII; G. De Gregori – S. Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Diz. biobibliografico 1900-1990, Roma 1999, pp. 114 s.; O. Majolo Molinari, La stampa periodica romana dell’Ottocento, II, Roma 1963, pp. 672 s., 812 s.; Diz. enciclopedico italiano, VII, pp. 114 s.