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APPIA, Adolphe

di Silvio D'Amico - Enciclopedia Italiana (1929)
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APPIA, Adolphe

Silvio D'Amico

Scenografo svizzero, nato a Ginevra nel 1862, morto nel 1928. La sua attività s'inizia col primo opuscolo da lui pubblicato, La mise en scène du drame wagnérien, nel 1895. Trionfava allora generalmente in teatro il criterio della scenografia realistica, il quale era adottato non solo per la messinscena di opere aventi carattere veristico e naturalistico, ma, in genere, per tutte le opere, sia drammatiche, sia musicali. Classici e romantici erano stati sostanzialmente concordi nel domandare all'apparato scenico la riproduzione della verità, anche sotto le specie dell'archeoloġia e della storia; è il criterio archeologico quello a cui essenzialmente s'ispirano i grandi interpreti di Shakespeare sulla scena alla fine dell'800, per es. Irving, e lo stesso Wagner, per le sue opere, stabiliva il principio che "niente di quel che può rappresentarsi con i mezzi di cui si dispone deve essere soltanto suggerito, ma tutto deve esser mostrato".

Antesignano della reazione antiveristica che, attraverso forme le più varie e anche le più opposte, fu poi caratteristica peculiare delle scene europee al principio del Novecento, l'Appia costruì la sua riforma movendo dal contrasto, ai suoi occhi inaccettabile, che si aveva nei teatri tradizionali, fra l'attore, creatura viva e a tre dimensioni, e la scena, oggetto dipinto, e che nonostante gli sforzi della prospettiva, rimane inevitabilmente a due sole dimensioni. Ma d'altra parte, poiché la reazione che s'annunciava contro il verismo già tendeva a dare un'importanza sempre maggiore alle scene, ai colori, alle luci, respingendo in secondo piano il personaggio come un elemento del quadro e non come il suo protagonista, l'Appia si schierò decisamente per la supremazia della figura umana, interprete del dramma, a cui l'apparato scenico deve soltanto servire come sfondo. Immaginò dunque ambienti, via via concepiti in dipendenza dell'opera da interpretare, e delle sue significazioni intime; costruiti in modo da dare, con l'aiuto di luci speciali, il senso plastico delle tre dimensioni; ma con estrema semplicità, in modo da suggerire piuttosto che attuare, offrendo l'impressione di qualcosa di vuoto e d'incompiuto, sicché lo spettatore sia istintivamente portato a invocare la presenza di colui in cui il dramma prende carne, la figura vivente dell'attore. A questo fine, l'Appia si è contentato di pochi e nudi elementi, prediligendo austere linee orizzontali, verticali, diagonali, e i loro collegamenti (fra questi, uso e abuso di gradinate). Le teorie dell'Appia, da lui applicate specie nella messinscena delle opere wagneriane, hanno suscitato dappertutto interesse e anche imitatori, ma non sempre hanno avuto successo e consenso fra il pubblico latino, il quale accusa nella lineare scenografia del ginevrino uno spirito di rinuncia e di gelidità più volte definito, dai nostri critici, quale protestante e calvinista.

Opere: La mise en scène du drame wagnérien, Parigi 1895; Die Mu.'ik und die Inscenierung, Monaco 1899.

Vedi anche
Craig, Edward Gordon Attore, regista e scenografo inglese (Stevenage, Hertfordshire, 1872 - Vence 1966); figlio dell'attrice Ellen Terry, nel 1889 entrò nella Lyceum Company di Irving; recitò fino al 1897, dedicandosi poi solo allo studio dell'apparato scenico e della direzione di spettacoli. Raggiunta rapida fama d'innovatore, ... Reinhardt Nome d'arte di Maximilian Goldmann, regista austriaco (Baden, presso Vienna, 1873 - New York 1943) naturalizzato statunitense nel 1940.  Dominatore e riformatore della scena teatrale europea, grazie al suo eclettismo (sostenuto da ampiezza di interessi culturali e gusto per la sperimentazione) poté affrontare ... Wagner, Wilhelm Richard Musicista (Lipsia 1813 - Venezia 1883). Nono figlio del funzionario K. F. Wagner (secondo alcuni figlio naturale dell'attore ebreo Ludwig Geyer) e di Johanna R. Pätz. Entrò all'università di Lipsia nel 1831. Per quanto riuscisse bene negli studî letterarî, fin da ragazzo si sentì attratto verso il teatro ... Jacques Copeau Regista e autore drammatico francese (Parigi 1879 - Beaune 1949). Nel Théâtre du Vieux-Colombier, che fu da lui fondato a Parigi nel 1913, si propose di attuare le sue idee sul rinnovamento del teatro (fondate su un ritorno alle origini della rappresentazione in Occidente), mettendo in scena drammi sacri, ...
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  • CALVINISTA
  • VERISMO
  • PARIGI
  • LATINO
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    Enciclopedia on line
    Scenografo (Ginevra 1862 - Nyon 1928), figlio di Louis. Formatosi alla scuola illusionistica del Théâtre Gymnase di Parigi fece le prime esperienze teatrali a Bayreuth nella cerchia di Wagner, ma si allontanò ben presto dalle teorie sceniche wagneriane cui oppose problematiche di notevole modernità. ...
Vocabolario
Àppio
Appio Àppio agg. [dal lat. Appius]. – Di opera dell’Italia antica fatta costruire dal censore Appio Claudio Cieco (4°-3° sec. a. C.): via A., strada romana con percorso in origine da Roma a Capua, successivamente prolungata fino a Benevento...
appiè
appie appiè. – Grafia unita di a piè (v. piè), che ne riproduce l’effettiva corretta pronuncia.
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