QUETELET, Adolphe-Jacques-Lambert
Astronomo e statistico belga, nato a Gand il 22 febbraio 1796, morto a Bruxelles il 17 febbraio 1874. Professore di matematica al Collegio reale di Gand nel 1814 e nel 1819 all'ateneo di Bruxelles; direttore del R. Osservatorio di Bruxelles dal 1828 alla morte, professore di astronomia e di matematica alla Scuola militare dal 1836 e presidente della commissione centrale di statistica dal 1841; membro dell'Accademia delle scienze del Belgio dal 1820 e segretario perpetuo dal 1834.
Si può riguardare tra i più attivi propulsori delle discipline statistiche, che coltivò nella parte teorica e, con successo anche maggiore, in quella di applicazione ai diversi rami della scienza; propugnò la costituzione di un organo internazionale avente lo scopo d'intensificare e di uniformare le rilevazioni statistiche. È fondamentale fra le sue opere la Fisica sociale, pubblicata in varie edizioni e rifacimenti, in cui egli studia e tende a misurare nei loro effetti e nelle loro mutue azioni le cause naturali e perturbatrici che agiscono sullo sviluppo dell'uomo e delle sue facoltà fisiche, morali, intellettuali. Sua originale concezione è quella dell'uomo medio, portante in sé la media di tutte le qualità proprie dei singoli individui (nelle stesse condizioni di sesso, età, razza, ece.) e costituente, per cosl dire, rispetto al sistema sociale, ciò che è il centro di gravità dei corpi, cosicché le doti della specie sono ben determinate, mentre quelle degli individui appaiono variabili e disordinate. Secondo il Q. il giudizio che si dà di un uomo per ciò che concerne il suo aspetto fisico, la sua figura morale, il suo stato sanitario è sempre implicitamente riferito a un essere fittizio, che è appunto l'uomo medio. Egli è così portato a considerare le deviazioni dei singoli caratteri individuali da quelli dell'uomo medio, e ad osservare che tali deviazioni si distribuiscono molto spesso in conformità alla legge normale degli errori. Le regolarità statistiche nella sfera di quei fenomeni che, pur avendo un movente naturale, sembrano tuttavia soggetti anche alla volontà dell'uomo (per es., la nuzialità) lo inducono a concludere che l'effetto del libero arbitrio si cancella, o quasi, quando le osservazioni si estendono a un grande numero di persone. Alla obiezione mossagli, che i valori medî dei varî organi corporali non possano coesistere in uno stesso individuo, perché, ad es., crescendo i volumi e quindi i pesi in ragione dei cubi delle dimensioni lineari, la media aritmetica delle altezze non potrebbe accompagnarsi con quella dei pesi, il Q. ribatte, in sostanza, che nell'uomo le diverse dimensioni lineari non variano proporzionalmente, cioè i diversi individui non costituiscono figure simili in senso geometrico, cosicché non è assurda l'accennata coesistenza ed è anzi, come egli dice, confermata dall'esperienza. Nella Antropometria, l'altra opera sua più importante (il vocabolo venne creato forse da G. Bergmüller, che pubblicò una Antropometria nel 1723) il Q. ribadisce gli stessi concetti, valendosi di un più vasto materiale di osservazione, e anche dei canoni sulle dimensioni dell'uomo stabiliti dagli artisti greci e da quelli del Rinascimento. L'opera è corredata da numerose "tavole sullo sviluppo umano" in cui sono date le principali misure antropometriche dell'uomo e della donna, dalla nascita fino al completo sviluppo e alla maturità. Il Q. segnala le applicazioni pratiche che possono esserne fatte, anche al fine dell'identificazione dei criminali e dei cadaveri di sconosciuti, cosicché egli può, sotto questo riguardo, considerarsi come uno dei fondatori della criminologia e della medicina legale moderna.
Opere principali: Astronomie élémentaire, voll. 2, Bruxelles 1826; 5ª ed., 1848; Sur l'homme et le développement de ses facultés, ou essai de Statistique sociale, voll. 2, Parigi 1835 (tra le successive ediz., notevolmente ampliata quella dal titolo: Physique sociale ou essai sur le développement des facultés de l'homme, Bruxelles 1869, con introduzione dell'astronomo sir John W. Herschel); Lettres à S. A. le duc de Saxe-Cobourg et Gotha, sur la théorie des probabilités, appliquée aux Sciences morales et politiques, Bruxelles 1845; Du système social et des lois qui le régissent, Parigi 1848; Sur la physique du globe, Bruxelles 1861; Anthropométrie ou mesure des différentes facultés de l'homme, ivi 1871; trad. it. nella Biblioteca dell'economista, s. 3ª, II.
Bibl.: G. F. Knapp, in Jahrbücher für Nationalök. und Statist., 1871, pagine 160-74, 342-58, 427-45; 1872, pp. 89-124; E. Mailly, Essai sur la vie et les ouvrages de Q., in Annuaire dell'Accademia Reale del Belgio, Bruxelles 1875; N. Reichesberg, Der Statistiker Q., Berna 1896; J. Lottin, Q. statisticien et sociologue, Lovanio 1912; H. Halbwachs, La théorie de l'homme moyen, Parigi 1913; C. Gini, L'uomo medio, in Giorn. degli econ., 1914.