adonare
. Gallicismo di formazione di tipo comune con il valore di " abbattere ", " opprimere " (cfr. Parodi, Lingua 273; e v. Rugeri Apugliese Umile sono 78, Anonimo Sì altamente 84); è attestato in If VI 34 Noi passavam su per l'ombre che adona / la greve pioggia: al solo verbo - l'attributo greve ritorna dal v. 8, isolato dagli altri, etterna, maladetta, fredda - è affidato il compito di ridar campo alla pena dei golosi (vv. 19-21), dopo l'incontro con Cerbero: non va quindi sottaciuto anche il vilipendio che questo abbattere comporta (perciò s'altra [pena] è maggio, nulla è sì spiacente, v. 48; cfr. Borghini, Studi, ecc., Firenze 1855, 257-259). Nella forma intransitiva pronominale è attestato in Pg XI 19 Nostra virtù che di legger s'adona, dove vale "rimaner vinto " o, forse meglio, " arrendersi ", come nell'antico francese s'adonner (" inclinatur et comprimitur ad terram ", Benvenuto), e come in Chiaro Novella gioia 54 e 63. La proposizione relativa è una giunta rispetto al testo della preghiera, fatta dal poeta per ricordare esplicitamente l'umana debolezza. In Detto 40 lo me' cor s'adona, il significato si tempera in " abbandonarsi " (il Parodi propone, nel glossario, anche " umiliarsi ", che può essere, nel contesto, eccessivo).