adornezza
Poi quando dice: tu vedrai Di sì alti miracoli adornezza, annunzia che per lei si vedranno li adornamenti de li miracoli (in Cv II XV 11, nel commento a Voi che 'ntendendo 49-50). La parola, che ricorre solo nel Convivio, significa dunque " adornamento ", in senso astratto (per tutto il passo, v. ADORNAMENTO). Allo stesso verso della canzone si fa riferimento in II X 11 quando ella [l'anima] sarà de le sue [della donna] adornezze accorta, si sarà resa conto delle " mirabili virtù che l'adornano, come è detto nel verso 50 ‛ di sì alti miracoli adornezza ' " (Busnelli-Vandelli). In I X 12 accidentali adornezze, cioè " abbellimenti ", propri delle cose rimate, sono definiti la rima e lo ri[tim]o e lo numero regolato.
In un altro passo vale invece " bellezza " fisica: Dà... la buona natura a questa etade [l'adolescenza] quattro cose... la quarta [si è] adornezza corporale (IV XXIV 11). La parola, sempre nel senso di " ornamento ", " bellezza ", è frequente nei poeti del '200: cfr. Guinizzelli Tegno de folle 'mpresa 25, Gentil donzella 8; Cavalcanti Ciascuna fresca 8, Giacomo da Lentini Donna, eo languisco 25, Pucciandone Martelli Similemente 10; Chiaro Gentil donna 23, La mia gran benenanza 12.