ROMANO, Adriano (Adriaan van Roomen; lat. Adrianus Romanus)
Matematico fiammingo, nato a Lovanio il 29 settembre 1561, morto a Magonza il 4 maggio 1615. Studiò matematica e medicina prima in Germania, poi in Italia; e insegnò tali materie a Lovanio. Passò nel 1595 professore di matematica a Würzburg e fu poi nominato matematico (astronomo e astrologo) del re di Polonia.
Nel 1593 pubblicò la prima parte (la sola pubblicata) di un trattato Ideae mathematicae (Anversa 1593), nel quale, mediante l'inscrizione e la circoscrizione alla circonferenza di poligoni regolari, calcola π con 17 decimali esatti. Nello stesso anno propose ai matematici un problema, che si traduce in un'equazione di 45° grado, contenente le sole potenze dispari della variabile, e che fu risolto da F. Viète. Portò notevole contributo alla trigonometria, oltre che con opere minori, con il Canon triangulorum sphericorum (Magonza 1609), introducendo dei simboli per indicare le funzioni circolari e risolvendo i triangoli sferici coi soli teoremi del seno, del coseno e delle cotangenti. Oltre a un commento all'Algebra di al-Khuwārizmī, si devono a lui una risoluzione, mediante l'iperbole, del problema di Apollonio (costruzione di una circonferenza tangente a tre circonferenze date), e studî sull'inscrizione dell'ennagono nel cerchio e sul calcolo con grandi numeri.
Bibl.: Varî articoli di H. Bosman, in Annales de la Soc. scient. de Bruxelles, XXVIII (1904), pp. 411, 429; XXIX (1905), pp. 68, 79; XXX (1906), pp. 267, 287; in Bibliotheca math., V (1905), pp. 342, 354; in Biographie nationale, XIX (1907), coll. 884, 889.