Adriano
Un imperatore romano amante della pace
L'impero di Adriano si caratterizza come un ventennio di sostanziale cambiamento rispetto a quello del predecessore Traiano. Ispirandosi agli antichi ideali di pace, l'imperatore preferì consolidare i confini piuttosto che fare nuove conquiste; viaggiò moltissimo nelle province romane, ricostruendo e abbellendo le città. La sua fama presso antichi e moderni è legata anche alla sua raffinata cultura.
Adriano era legato all'imperatore Traiano per molti aspetti. Come lui di origini spagnole, nacque a Italica (presso l'odierna Siviglia) nel 76, ma vantava nella sua Autobiografia antenati italici. I due, poi, erano cugini; così, quando Adriano rimase orfano, fu affidato a Traiano che ne divenne il tutore. Egli percorse inoltre tutti i gradini della carriera politica e militare sotto la protezione dell'imperatore e di sua moglie Plotina. Nel corso degli anni si guadagnò grande fama partecipando alle più importanti spedizioni militari di Traiano: in Dacia, in Pannonia (corrispondenti all'incirca alle odierne Romania e Ungheria) e in Oriente contro l'impero dei Parti. Appare del tutto naturale, quindi, che nel 117 Traiano, poco prima di morire, adottasse Adriano, forse per intervento della moglie Plotina, destinandolo in questo modo alla successione.
Inaugurando un nuovo corso politico, Adriano preferì abbandonare i territori recentemente sottomessi, ma difficilmente difendibili: infatti in molte aree infuriavano le rivolte, mentre l'impero dei Parti era passato al contrattacco. Per prima cosa, allora, fece smilitarizzare le regioni a est del Tigri e dell'Eufrate, strappate da Traiano ai Parti. L'ostilità alla nuova politica estera si concretizzò in un attentato all'imperatore. Adriano privilegiò la politica interna. Entrato a Roma nel 118, cancellò i debiti che i cittadini e gli abitanti delle province avevano contratto verso le casse imperiali e incoraggiò la coltivazione dei terreni abbandonati. Proseguì nella politica di Traiano di beneficenza a favore dei fanciulli della penisola italica, favorendo così l'aumento della popolazione. Operò, inoltre, importanti riforme amministrative che durarono a lungo negli anni.
Anche se privilegiava la politica interna, Adriano non trascurò affatto la vita militare: già distintosi come abile condottiero ai tempi di Traiano, esigeva dai suoi soldati una rigida disciplina. Egli stesso partecipava in modo esemplare all'addestramento e ispezionava di frequente le legioni stanziate nelle diverse province dell'impero. Inoltre rese più sicuri i confini attraverso importanti opere di fortificazione. La più imponente di tali opere è certamente il Vallo di Adriano, ancora oggi in parte visibile. Posto all'incirca fra le odierne Scozia e Inghilterra, aveva lo scopo di separare i Romani dai barbari. Costituito da un muro, intervallato a distanze regolari da fortini e torri di avvistamento e protetto da un profondo fossato, correva per circa 120 km, in direzione est-ovest.
Nel corso dei suoi lunghi viaggi da una provincia all'altra, Adriano abbellì le città costruendo terme, teatri, biblioteche, templi: ad Atene, una delle sue città preferite, fece ultimare il tempio di Zeus. In Egitto fondò Antinùpolis in onore del giovane Antinoo, da lui amato. Vicino a Tivoli costruì una grandiosa villa, ricca di opere d'arte, e vi stabilì la sua residenza. Grandi opere edilizie non mancarono neanche a Roma: fece restaurare il Pantheon ed erigere un mausoleo per la sua sepoltura (poi inglobato nel Castel Sant'Angelo). Dopo il 130, la ricostruzione di Gerusalemme per farne una colonia romana scatenò la rivolta giudaica; lo stesso Adriano fu impegnato nella riconquista della città. Morto nel 138 a Baia, nel Golfo di Pozzuoli, gli succedette Antonino Pio, che Adriano aveva adottato.
La personalità di Adriano, uomo di straordinaria cultura, continua a esercitare un grande fascino ancora ai nostri giorni. Consacrazione del suo forte carisma e testimonianza della sua fama senza tempo è il celebre romanzo biografico della scrittrice belga Marguerite Yourcenar, intitolato Memorie di Adriano (1951).