LECOUVREUR, Adrienne
Attrice francese, nata a Damery il 5 aprile 1692, morta a Parigi il 20 marzo 1730. Di umilissima condizione, a una recita del Polyeucte, sentì la vocazione per l'arte teatrale. Riuniti alcuni amici, con la guida dell'attore Legrand costituì una modesta compagnia e recitò in provincia, dove l'accompagnò sempre il più schietto successo. Nel 1717 fu invitata alla Comédie française, ed esordì nella parte di Monime (Mithridate), in Électre, Bérénice, con esito così clamoroso, che un mese dopo veniva accolta come socia. La L. portò alla Comédie una rivoluzione: fino allora si era "cantata" e declamata la tragedia, secondo le tradizioni della Champmeslé e della Duclos; ella invece parlò con l'eloquenza della passione sentita e profonda, con umanità spontanea e vera. Pur non essendo bella, aveva la figura elegante, modi distinti, spirito elevato, intelligenza pronta e vivace. Nella tragedia non ebbe rivali: in Athalie, Iphigénie, Andromaque, Phèdre, ecc., trionfava, e imprimeva un suggello incancellabile nei nuovi lavori: Artémire di Voltaire, Inès de Castro di Lamotte-Houdar, ecc. Nella commedia non fu sempre egualmente grande; ma il pubblico non voleva accorgersene; e a ogni modo ella diede vita, forse più che alla commedia classica, alla nuova: Les jeux de l'amour et du hasard, L'école des pères, ecc. Vivendo d'amore e per l'amore, la L. nel 1726 tutto sacrificò per Maurizio di Sassonia affinché egli riconquistasse la corona di Curlandia: e per lui, forse, diede la vita. Si vuole, infatti, che la duchessa di Bouillon, ritenendola d'ostacolo al suo matrimonio con Maurizio, la facesse avvelenare: da ciò il soggetto dell'Adrienne Lecouvreur di E. Scribe e di E.-W. Legouvé.
Bibl.: Lettres d'A. L., ed. G. Monval, Parigi 1892. Cfr. O. de Gourjault, La famille d'A. L., Parigi 1885; A. Bourgeois, Le comédien Baron, l'abbé d'Allainval et A. L., Parigi 1904; id., Voltaire et A. L.