AEDES
. Nome di etimologia incerta (per lo più riconnesso con αἴθω "ardo"), equivalente a domus "casa". Da questo primo significato derivano gli altri due di "sepolcro" e "tempio", perché il sepolcro era considerato come l'abitazione del defunto e il tempio come l'abitazione delle divinità.
Aedes nel significato di domus è di uso comune, soprattutto al plurale. Il diminutivo aedicula indica la casa di modeste proporzioni; assai raramente una parte della casa, l'appartamento.
Aedes nel significato di sepolcro è raro negli scrittori, meno raro nelle epigrafi: indica non propriamente la tomba, ma l'edificio funebre che contiene il sepolcro, o che è eretto sul sepolcro. Il diminutivo aedicula indica la nicchia contenente il cadavere o il vaso cinerario.
Aedes nel significato di tempio è di uso frequentissimo negli scrittori, e doveva esser di uso comune nella lingua viva; ma in realtà aedes e templum sono cose essenzialmente diverse, e i due vocaboli nel linguaggio ufficiale e nel linguaggio tecnico sono adoperati ciascuno secondo il suo preciso valore.
Il templum è tale in virtù della inauguratio compiuta dallo augure. La aedes invece non è inaugurata; è consacrata dal pontefice e dedicata dal magistrato; per i quali due atti diviene proprietà della divinità cui essa è dedicata. Quindi può essere templum anche un sito o un edificio di uso civile (p. es., il Comizio, la Curia); la aedes è sempre un edificio di culto. Quando un edificio è inaugurato, consacrato e dedicato, acquista il doppio carattere di templum e di aedes; è adibito al culto, ma può essere adibito anche a funzioni civili (p. es., riunioni del Senato). Il giorno della dedicatio è il dies natalis della aedes, e se ne celebra ogni anno la ricorrenza. Ciascuna aedes ha un suo statuto (lex aedis) e un suo patrimonio. La aedes, perché sacra, cioè proprietà della divinità, è inviolabile e non è commerciabile; il suo patrimonio è commerciabile, purché risponda allo scopo per il quale è costituito. La aedes, con quanto ad essa è relativo, è affidata allo stato, ed è tutelata dallo ius sacrum. La custodisce l'aedituus, che non è né sacerdote né magistrato (equivale press'a poco al nostro "sacrestano").
Quanto si è accennato vale per le aedes propriamente sacrae e publicae, cioè quelle costituite per iniziativa dello stato e adibite al culto pubblico. Ma le aedes sorte per cura di sodalizî, di corpi militari, di privati, non sono consacrate dal pontefice né dedicate dal magistrato; quindi non sono né sacrae né publicae, e però non stanno sotto la ingerenza diretta dello stato; sono privatae, e, come qualunque altra proprietà privata, sono tutelate dal comune diritto civile.
Il diminutivo aedicula corrisponde a "cappella". La aedicula può essere isolata (p. es., ai crocicchi delle vie) o pertinente al tempio (nell'area sacra del tempio). Per analogia aedicula è anche la nicchia (nell'interno del tempio, della casa, del sepolcro, ecc.) che contiene il simulacro della divinità.
Bibl.: E. De Ruggiero, Diz. epigr. di antichità rom., I, Roma 1886, pp. 139-202.