Aelita
(URSS 1924, bianco e nero, 116m a 22 fps); regia: Jakov A. Protazanov; produzione: Mežrabpom-Rus′; soggetto: dall'omonimo romanzo di Aleksej N. Tolstoj; sceneggiatura: Aleksej Fajko, Fëdor Ocep, Aleksej N. Tolstoj; fotografia: Jurij Željabužskij, Emil Schünemann; scenografia: Sergej Kozlovskij (su bozzetti di Victor A. Simonov, Isaak Rabinovič); costumi: Aleksandra Ekster.
Per sfuggire ai problemi della vita terrestre nella Russia degli anni del 'comunismo di guerra', l'ingegnere Los′ decide di costruire una nave spaziale per recarsi su Marte. Un giorno, in preda a una crisi di gelosia provocata da un vicino che corteggia sua moglie, Los′ spara alla donna e abbandona la propria abitazione, pensando che sia arrivato il momento di partire assumendo i panni del collega Spiridonov. Nel suo viaggio interplanetario viene inseguito da Gusev, un soldato dell'Armata Rossa che sogna di organizzare una rivoluzione su Marte, e da Kravcov, un detective che gli sta alle costole con l'intenzione di arrestarlo per l'omicidio della moglie. Arrivato su Marte, Los′ si innamora di Aelita, la sovrana del pianeta, ammaliato dalla sua straordinaria bellezza. Ma in seguito a un complotto del primo ministro del pianeta i viaggiatori vengono catturati e rinchiusi nei sotterranei in cui vivono gli schiavi. Gusev, aiutato dalla domestica di Aelita, scatena una sommossa tra gli schiavi di Marte. La vittoria degli insorti è quasi certa, ma all'ultimo momento la situazione si capovolge a causa del tradimento di Aelita. In preda alla collera, Los′ si risveglia alla stazione di Mosca, dove era riuscito a sfuggire al detective. Tutte le sue avventure su Marte, così come il viaggio, non erano che un sogno. Egli scopre poi che la moglie, che in realtà non ha ucciso, non l'aveva mai tradito. Los′ decide di distruggere il proprio progetto della nave spaziale, fermamente intenzionato a rimanere per sempre sulla Terra.
Poiché il 'progetto Ivan il Terribile' era rimasto incompiuto, Aelita fu il primo film realizzato in URSS da Jakov A. Protazanov dopo il suo ritorno dall'esilio. Legato al gruppo Ermoliev, nel 1915 il regista si era a esso unito nella fuga dai bolscevichi, trasferendosi in Crimea fino al 1918. Poi, quando la guerra civile aveva raggiunto anche il sud della Russia, la 'famiglia Ermoliev' si era stabilita in Europa passando per Costantinopoli. Dopo due anni di lavoro per Ermoliev a Parigi e uno per l'UFA in Germania, i cinque film realizzati rappresentavano un bilancio piuttosto scarso per il regista, soprannominato dai colleghi 'Jacques il Terribile' a causa del suo incontenibile talento creativo. E questa potrebbe forse essere una delle ragioni del suo ritorno in una patria che non era più quella di prima, e che gli imponeva di adattarsi a nuove regole di vita e di lavoro a lui completamente estranee.
La collaborazione con il Mežrabpom-Rus′, l'unico studio privato miracolosamente sopravvissuto all'interno della produzione socialista nazionalizzata (e diretto da un produttore abile a astuto come Moissej Alejnikov), pur sancendo il ritorno a Mosca (a costo di una rottura del contratto con l'UFA) di un Protazanov 'figliol prodigo', costituiva almeno un compromesso per un regista che non aveva mai ammirato l'ideologia marxista. La stessa scelta del romanzo di fantascienza di Aleksej N. Tolstoj come soggetto sembra essere stata una concessione al cineasta: la vicenda inizia e finisce in Russia, ma il luogo centrale dell'azione è quello di uno spazio neutro, di un altro pianeta sperduto nel cosmo. Tuttavia il tema della rivolta degli schiavi, caro ad Aleksej N. Tolstoj (ricordiamo il dramma La rivolta delle macchine) e prima ancora a Karel Čapek (R.U.R.), e in seguito ripreso da Fritz Lang in Metropolis, rappresenta un primo passo, da parte del regista ex emigrato, verso il riconoscimento dell'ideologia sovietica. Le scenografie costruttiviste e futuriste di Sergej Kozlovskij, così come i costumi di Aleksandra Ekster, indicano uno stretto legame tra il film e l'arte dell'avanguardia sovietica anni Venti, legame che non sarà più così evidente nei film successivamente realizzati in URSS da Protazanov. Il regista seguirà infatti la strada delle 'commedie eccentriche' interpretate da Igor Il′inskij, che compare qui nel ruolo del detective. La professione di fede nei confronti dell'ideologia sovietica verrà rilanciata in modo più evidente in un successivo film di Protazanov, Ego prizyv (1925), realizzato in onore di Lenin un anno dopo la sua morte, in cui il popolo sovietico viene incitato a iscriversi al partito. In Aelita permane invece un tratto stilistico che non sarà mai più ripreso dal cineasta e che deriva dalla mitologia del cinema degli emigrati: alla fine del film il protagonista si risveglia e si rende conto che tutte le sue disavventure erano soltanto un brutto sogno. Si tratta di un classico finale del cinema dei russi in esilio, a cui Protazanov aveva già fatto ricorso in L'angoissante aventure (1920), il primo film realizzato nel corso del suo viaggio attraverso l'Europa: i luoghi delle riprese citati nelle didascalie (Jalta, Costantinopoli, Marsiglia, Parigi) riflettono come uno specchio il tragitto compiuto dal gruppo Ermoliev lasciando la Russia.
Aelita è un film cruciale nell'opera di Protazanov, quello in cui risultano evidenti le sue esperienze precedenti, ma anche l'ultimo in cui si avverte ancora una certa distanza nei confronti della nuova Russia. Avendo preso la decisione di rientrare nel proprio paese natale, il quale nel frattempo si è trasformato in un altro pianeta, 'Jacques il Terribile' accetta la rivolta degli schiavi che hanno vinto e per i quali realizzerà film di loro gradimento; il pubblico è comunque instancabile nel consumo di cinema, in perfetta sintonia dunque con il dinamismo creativo del regista. Il film riscuote un grande successo ma subisce anche molte critiche: in breve, fa parlare sia la stampa sia l'opinione pubblica, rilanciando così Protazanov in Russia.
Interpreti e personaggi: Igor Il′inskij (Kravcov, il detective), Julja Solnceva (Aelita), Nikolaj Čereteli (ingegner Los′/Spiridonov), Nikolaj Batalov (Gusev, soldato dell'Armata Rossa), Vera Orlova (Maša, sua moglie), Valentina Kuindžij (Nataša, la moglie di Los′), Pavel Pol′ (Erlich, lo speculatore), Nina Tret′jakova (Elena, sua moglie), Konstantin Eggert (Tuskub, il padrone di Marte), Jurij Zavadskij (Gor, conservatore dell'energia di Marte), Aleksandra Peregonec (cameriera di Aelita), I. Tolčanov (astronomo), S. Levitina, G. Volkonskaja, Varvara Massalitinova, Galina Kravčenko, Tamara Adelgeim, Michail Jarov, N. Rogožin, N. Vičnjak.
Jakov Protazanov, a cura di M. Alejnikov, Moskva 1948.
M. Arlazorov, Jakov Protazanov, Moskva 1973.
Protazanov and the Continuity of Russian Cinema, a cura di I. Christie, J. Graffy, London 1993.
N. Noussinova, Dalla recitazione meccanica all'uomo elettrico: il concetto di attore come aspetto mitologico del cinema sovietico nella prima metà degli anni Venti, in L'uomo visibile, a cura di L. Vichi, Udine 2002.