Vedi AENONA dell'anno: 1958 - 1994
AENONA
È l'odierna Nin (italiano Nona) nella Dalmazia settentrionale. All'epocà di Hallstatt era una colonia dei Liburni; in epoca romana divenne un importante centro cittadino e già nel I sec. d. C. era municipio romano. La parte delle mura esistenti - costruite nel Medioevo - poggia su quelle romane, che si sono conservate nelle zone più basse, specie sulla "Rimska Vrata" (la "porta romana"). I resti romani apparvero nel 1670, in occasione del restauro della cattedrale e del palazzo vescovile; erano stati trovati sarcofagi di pietra, frammenti architettonici, colonnette, statue e iscrizioni. Durante il restauro del palazzo del conte nel 1675, furono rinvenute colonne scanalate e busti e durante il restauro delle due chiese, nel 1676 e 1678, un lastricato di pietra e mosaici di diversi colori, monete, mattoni ecc. Nel 1758 furono rinvenuti, tra l'altro, 14 scalini disposti ad arco, che si ritennero appartenenti ad un anfiteatro. Nel 1759 furono scoperti tre busti in marmo e nel 1770 un grande mosaico con figure di serpenti e di fiori. L'anno successivo fu dissotterrato un mosaico bianco con fasce rosse. Intorno all'anno 1779 furono rinvenute alcune monete greche, un'iscrizione greca, un'anfora, un'iscrizione di Giulio Cesare e altre antichità. Il canonico Josip Djurovic fu uno dei più fortunati scopritori di resti romani: egli trovò nel suo orto, nel 1777, un mosaico, Otto statue danneggiate, 4 statue virili (Claudio, Ottaviano, Augusto, Tiberio) e un'altra statua di un togato. Le statue sono alte da 2,04 a 2,30 metri. Quattro statue femminili dello stesso ritrovamento non sono più identificabili. Gli scavi furono poi ceduti al medico e collezionista zaratino Antonio Danielli Tomasoni. Tutto quel che fu rinvenuto venne inviato in Italia dove gli oggetti si dispersero, tranne le statue di cui sopra, che passarono al seminario arcivescovile di Udine. Quattro di esse si trovano oggi nel museo archeologico di Zara. A Zagabria si trova la statua di Iside, dissotterrata nel 1852. Scavi degli anni 1895-96 (diretti dal Glavinic) misero in luce una costruzione romana, forse termale (pavimento in mosaico e un tubo di piombo per l'acqua, con iscrizione), e i resti di un tempio a tre celle, probabilmente dedicato a Giove, Roma e Augusto. Il luogo in cui sono state rinvenute le prime 8 statue e la statua di Iside si trova di fronte a questo tempio; sullo spazio interposto doveva esservi il Foro. Le iscrizioni, altri oggetti e monete ivi trovati sono stati trasportati nel Museo di S. Donato di Zara.
Nella campagna attorno a Nona, nell'ultimo decennio del secolo scorso, furono dissotterrate molte tombe romane, per la maggior parte con urne di pietra calcarea di forma cilindrica, talvolta quadrangolare, chiuse da coperchi assicurati con chiodi di ferro. Le urne sono costruite in maniera semplice e soltanto sei di esse portano un'iscrizione, costituita esclusivamente dal nome e dal prenome. Dentro tali urne si trova una seconda urna, oppure una olla di vetro, in cui erano deposte le ceneri. Oggetti si trovano sia nell'urna che al di fuori. Piccoli oggetti: fibule, balsamari, anelli ecc. si trovano nella olla di vetro, mentre gli oggetti più grandi, tra l'olla e l'urna di vetro; infine quelli ancora più grandi - patere, bottiglie, lucerne - nella terra intorno all'urna di pietra. Gli oggetti rinvenuti sono numerosi: patere, lucerne fittili, balsamari, aghi crinali, fiaschette di vetro, fibule, a volte anelli con gemma ecc. Le sole lucerne fittili ammontano a oltre 6oo. Nessuna di esse ha simboli cristiani. La maggior parte delle monete ritrovate vanno da Vespasiano fino a Marco Aurelio; alcune sono di epoca anteriore o posteriore a questi due imperatori. Parte del materiale si trova nel museo archeologico di Zara.
Bibl: C.I.L., III; L. Jelič, Spomenici grada Nina, in Vjesnik hrvatskog arheološkog drustva, N. S. IV, Zagabria 1900, pp. 157-171; V, pp. 184-192; G. Bersa, Le lucerne fittili romane di Nona, in Bull. Dalm., XXV-XXIX; J. Janko e P. Sticotti, Antikensammlung im erzbischöflischen Seminare zu Udine, in Arch.-epigr. Mitt. aus Oesterreich-Ungarn, XVIII, 1895, pp. 52-105; Vjesnik hrvat. arh. društva, VII, 1904, p. 230.