AEQUITAS
Personificazione romana dell'equità. La forma più antica del nome, Aecetia (C. I. L., i, 13), si trova nell'iscrizione di una tazza di Vulci: aecetiai pocolom. Come divinità è ricordata da Arnobio (Adv. gent., 4, 1) ed in alcune dediche di statue. La personificazione dell'Ae. appare sulle monete imperiali da Galba a Decenzio. È raffigurata come una figura femminile stante con un lungo vestito ed una bilancia nella mano destra. L'altra mano a volte è aperta, a volte ha altri attributi: una misura lineare, un ramo di palina, il corno dell'abbondanza. Da Settimio Severo sotto la figura di Ae. appare la leggenda aeqvitati pvblicae e spesso la personificazione s'identifica con Moneta.
Monumenti considerati. - Dediche: Gruterus, Inscriptiones antiquae, 76,3: descrive un'immagine dell'Ae. nel Tempio della Fortuna Virile a Palestrina; A. Albertini, Rinvenimento di una nuova epigrafe romana in Brescia, in Epigraphica, xiii, 1951 (pubbl. 1953), pp. 92-95: descrizione della dedica di una statua all'Ae. da parte di P. Acilius Florus. Monete: M. Bernhart, Handb. zur Münzkunde der römischen Kaiserzeit, Halle (Saale) 1926, p. 80, tav. 58, 2 bis, 6. aecitiai pocolom: I. D. Beazley, Etr. Vase-paint., p. 215.
Bibl: E. Saglio, in Dict. Ant., s. v.; Preller, Mythologie der Römer3, II, p. 266 ss.; W. H. Roscher, in Roscher, I, c. 86, s. v.; E. Aust, in Pauly-Wissowa, I, cc. 604-605, s. v., n. 2; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, Monaco 1912, pp. 332-333.