aerobiosi
Condizione metabolica basata sull’impiego di ossigeno molecolare, propria di numerosi organismi (organismi aerobici), tra i quali l’uomo. L’a. si contrappone all’anaerobiosi, condizione metabolica degli organismi che possono vivere in ambienti privi d’ossigeno.
Grazie alla respirazione cellulare, il metabolismo aerobico produce energia utilizzando l’ossidazione di diversi substrati (per esempio, gli zuccheri e gli acidi grassi). L’ossigeno è un forte ossidante naturale, in grado di rimuovere gli elettroni prodotti dalle reazioni metaboliche. L’aerobiosi costituisce certamente la via più vantaggiosa per ottenere ATP. Il processo aerobiotico poggia essenzialmente sulla degradazione, per ossidazione, degli acidi grassi, attivando il ciclo di Krebs. In questo ciclo, in presenza di ossigeno, carboidrati, grassi e amminoacidi sono degradati liberando ATP e producono come prodotti di scarto anidride carbonica ed acqua. Il ciclo di Krebs è un anello di congiunzione tra i processi anabolici (produce ATP, indispensabile a costruire nuove molecole dell’organismo) e processi catabolici (degrada componenti chimici dell’organismo). Principale premessa al ciclo di Krebs è la glicolisi, via metabolica, presente in tutti gli organismi, in grado di convertire il glucosio in due molecole di piruvato. Anche in questo passo preliminare viene generato ATP. Successivamente, se la via aerobica è attivata, il piruvato è degradato nel ciclo di Krebs.
Poiché la funzione dell’ossigeno, negli organismi aerobiotici, è quella di determinare la combustione delle sostanze organiche introdotte come alimento, fornendo così l’energia necessaria all’organismo per le attività vitali, se vi è carenza di ossigeno, si producono modificazioni irreversibili che conducono rapidamente a morte. Il tempo necessario all’instaurarsi di lesioni irreversibili varia da tessuto a tessuto, in funzione delle capacità del tessuto stesso di ricorrere a vie alternative anaerobiotiche per produrre energia. Per es., quando l’esercizio fisico è a bassa intensità, dopo i primi due minuti e mezzo di esercizio, l’attività muscolare è sostenuta dal metabolismo aerobiotico. Successivamente, se la muscolatura è impegnata in un esercizio improvviso e intenso, o se l’apporto di ossigeno è inadeguato, si innescano processi metabolici anaerobici e il piruvato è degradato ad acido lattico. Per queste ragioni l’attivazione della via aerobica mediante esercizio fisico leggero è considerato ideale per ridurre colesterolo e trigliceridi nel sangue, e favorire la riduzione della glicemia nei soggetti diabetici.