Vedi AETION. - 1 dell'anno: 1958 - 1994
AΕΤION. -1°. - (v. vol. I, p. 97)
Il titolo del quadro Vecchio con una fiaccola, va corretto in Vecchia che protende fiaccole, secondo il testo di Plinio, Nat. hist., XXXV, 78: anus lampadas praeferens.
La possibilità che le Nozze Aldobrandine (v. vol. V, fig. 723) rappresentino un'eco ravvicinata del quadro con lo sposalizio di Alessandro e Rossane, eseguito da A. tra il 327 e il 324, viene accresciuta dalla ricostruzione storica che vede nell'affresco romano la copia di un dipinto ateniese inteso a celebrare l'unione di Demetrio Poliorcete con Phila, figlia di Antipatro e sorella di Cassandro, avvenuta nel 320 (Blanckenhagen, Green).
Un'iconografia parallela a quella descritta da Luciano per il capolavoro di A. viene offerta dall'affresco di un ambiente adiacente alla Casa di Fabius Rufus a Pompei, che mostra Alessandro all'eroica con spada, lancia e mantello di porpora, una principessa orientale appoggiata al talamo, una guardia armata alla maniera persiana, e un Amorino che scherza con lo scudo: a terra c'è l'elmo del re, sullo sfondo la struttura architettonica della camera e gli alberi di un parco. Non vi è dunque completa rispondenza con le nozze di Rossane, dove la sposa era seduta e gli Eroti impegnati in giochi più vivaci; ma che non ci si debba allontanare da A. per l'attribuzione dell'archetipo, è confermato dal fatto che l'immagine femminile richiama un'altra creazione del maestro, citata da Plinio, il Dioniso accompagnato dalle personificazioni della Tragedia e della Commedia: il gruppo statuario comprendente i tre personaggi con altre figurazioni, trovato a Thasos (v. NYKTERINOS, vol. V, p. 612; THASOS, vol. VII, pp. 806-808; TRAGODIA, vol. VII, p. 960), sembra ispirato all'allegoria del pittore e, in particolare Komodia è simile alla sposa dell'affresco pompeiano per la posa e il complicato drappeggio.
Se non si tratta di una variante del quadro con le nozze di Alessandro e Rossane a opera del medesimo artista (Lagi De Caro), resta la possibilità più fondata che A. avesse commemorato anche le seconde nozze di Alessandro celebrate nel 324 con Statira, la figlia di Dario III. Nella scena conservata dal dipinto pompeiano, la donna tiene un lungo scettro (non confacente a Rossane, il cui padre Oxyartes era un nobile della Sogdiana privo di particolare autorità), che stabilisce una precisa rispondenza compositiva e simbolica con la lancia impugnata da Alessandro nell'atteggiamento che sarà assunto dal c.d. Principe ellenistico del Museo Nazionale Romano. Un'ampia letteratura storica e poetica esaltava l'arma del Macedone come segno di conquista: è dunque probabile che l'artista abbia attribuito un analogo emblema di potere alla giovane erede del vinto, per indicare la fusione del dominio ellenico con l'impero persiano, secondo la volontà del sovrano committente.
Bibl.: J. J. Pollitt, The Ancient View of Greek Art, New Haven, Londra 1974, pp. 110, 119, 397, 408-409, 416; P. H. von Blanckenhagen, B. Green, The Aldobrandini Wedding Reconsidered, in RM, LXXXII, 1975, pp. 83-98; A. Lagi De Caro, Alessandro e Rossane come Ares ed Afrodite in un dipinto della casa Regio VI, Insula Occidentalis, 39, in Classica et Pompeiana, Studies in Honour of Wilhelmine Jashemski, New Rochelle 1987, pp. 75-83; P. Moreno, Pittura greca, Milano 1987, pp. 160-162; A. Rouveret, Histoire et imaginaire de la peinture ancienne, Roma 1989, pp. 280, 296, 350, 432, 435, 485, 495.
Sul «Principe ellenistico»: L. de Lachenal, in A. Giuliano (ed.), Museo Nazionale Romano, Le sculture, I, I, Roma 1979, pp. 198-201; Ν. Himmelmann, in Herrscher und Athlet (cat.), Milano 1989, pp. 126-149, figg. 70-77, figg. alle pp. 143-147, 205-207.
)