AEZIO
Eresiarca. Nacque in Celesiria, e, dopo aver esercitato varî mestieri, studiò in Antiochia sotto maestri ariani. Ad Alessandria, più tardi, venne a contatto con peripatetici, e d'allora in poi il suo pensiero rimase sotto l'influenza aristotelica, che diede un colorito speciale alla sua teologia [v. anomei). Ordinato diacono (350) in Antiochia, ebbe l'incarico dell'insegnamento, ma, destituito, riparò presso il vescovo (intruso) di Alessandria, l'ariano Giorgio di Cappadocia; e trovò in Eunomio un discepolo. Eudossio lo richiamò in Antiochia (358); ma, condannato ad opera dei semiariani nel Concilio di Sirmio, fu esiliato; l'anno dopo, comparve al Concilio di Seleucia, dove gli acaciani si separarono da lui, e ottennero dall'imperatore Costanzo che fosse nuovamente esiliato. Ritornò sotto Giuliano l'Apostata, e, consacrato vescovo, ma senza sede, passò gli ultimi anni a Costantinopoli, dove morì nel 367. Del suo modo di ragionare, tutto aristotelico, sono un esempio le 47 proposizioni conservate da Epifanio (haer. 76).
Bibl.: L. Duchesne, Histoire ancienne de l'Église, II, Parigi 1907, capp. 7-10; G. Bardes, in Revue d'hist. ecclés., XXVIII (1928), p. 809 segg.